Politiche green

Un nuovo “forum verde”: così la cricca Ue vuole portaci alla morte

Gli Stati Uniti trivellano e abbandonano gli accordi sul clima, la Cina bricia carbone a gogo. E Ursula invece insiste

Ursula UE (1) © emarto e ghoststone tramite Canva.com
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Povera Europa, che abbaglio! Potremmo prendere in prestito l’eloquente frase finale del film ‘L’abbaglio’, proprio in questi giorni nelle sale italiane, per descrivere la situazione attuale di un’Unione che, proprio come la neonata Italia degli anni post Unità descritta magistralmente nella pellicola diretta da Roberto Andò, continua ad ogni occasione utile a tradire le istanze costitutive e i bisogni del popolo europeo in favore di pochi ristretti gruppi di interesse che da decenni dettano l’agenda politica delle istituzioni comunitarie.

Emblematico è in tal senso l’approccio dell’Ue rispetto alle politiche ambientali e climatiche da adottare nei Paesi membri. Non è bastato il fallimento annunciato del Patto Verde europeo perché i vertici comunitari si convincessero a rivedere al ribasso l’ambiziosissima agenda green dell’Unione. Non è bastato toccare con mano quello che si preannuncia già un piccolo grande disastro socio-economico, con interessi settori al collasso, milioni di posti di lavoro a rischio e l’inquietante prospettiva di dover creare una pericolosa dipendenza dalla Cina. E non è bastata neppure la radicale inversione di marcia dell’alleato americano in materia di politiche energetiche. Niente da fare. Tutto vano.

Così, mentre dal Forum di Davos Donald Trump ribadisce la ferma volontà della nuova amministrazione Usa di investire nei combustibili fossili, appena dopo essersi sfilato dagli Accordi di Parigi sul clima, e la Cina continua ad andare avanti a tutto carbone infischiandosene delle fastidiosissime litanie ecologiste tanto in voga nel vecchio continente, la Commissione europea, in controtendenza con il resto del Pianeta, si ostina ad andare avanti sulla strada già tracciata nella precedente legislatura: quella dell’ecologismo sfrenato anche a costo dell’estinzione.

Poco importa, poi, se il resto del globo abbia scelto di seguire il percorso esattamente opposto rispetto all’ambientalismo suicida dell’Unione. Ursula no, lei e la sua ristretta cricca di burocrati proseguono dritti sulla via della rivoluzione verde e, proprio da Davos, lanciano il Global Energy Transition Forum, decretando dall’alto che 450 milioni di europei debbano necessariamente farsi carico del peso del mondo e immolarsi per salvare un pianeta in cui 8 miliardi di persone vanno convintamente nella direzione contraria.

Insomma sempre la solita Ue: miope, politicamente inconsistente, schiava delle perverse logiche lobbistiche e degli interessi privati. In barba al buonsenso, alla realtà e ai bisogni di un popolo, quello europeo, totalmente in balia delle scellerate decisioni di un gruppo burocrati lontani anni luce dalle istanze dei cittadini e diabolicamente ostinati a perseverare nell’errore.

Salvatore Di Bartolo, 24 gennaio 2025

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