Esteri

Un nuovo missile che può colpire Teheran? Il test di Israele (nel silenzio dei media)

Lo Stato Ebraico ha effettuato un lancio di prova di un sistema di propulsione a razzo da una base nel centro del Paese

missile israele

Che l’Iran degli Ayatollah sia dietro le quinte della guerra in atto nella Striscia di Gaza è ormai certo oltre ogni ragionevole dubbio. Prima del 7 ottobre 2023, il giorno del massacro in Israele, Hamas è stata armata, addestrata e guidata da Teheran. Che poi le conseguenze abbiano colpito i proxi e la popolazione civile, Yahya Sinwar docet, era calcolato e anche benvenuto.

La Striscia di Gaza è ridotta in un cumulo di macerie, Rafiah sta per cadere, il contrabbando di armi, sempre iraniane, attraversa la Giordania e arma Hamas della Cisgiordania e, in attesa che i primi razzi che dai territori palestinesi sotto controllo dell’ANP colpiscano Israele, si sta aprendo il fronte nord. Libano, ma anche Siria.

Dietro tutto questo, non serve ricordarlo, c’è sempre l’Iran degli Ayatollah che, come da recenti rivelazioni giornalistiche, negli ultimi giorni ha più volte usato l’aeroporto della capitale libanese per aviotrasportare armamenti destinati a Hetzbollah.

Proprio per smentire queste rivelazioni giornalistiche nei giorni scorsi il governo libanese ha organizzato un tour per giornalisti e ambasciatori stranieri all’interno della struttura aeroportuale di Beirut nel tentativo di dimostrare che non c’era niente di vero nelle affermazioni secondo cui Hezbollah avrebbe immagazzinato armi iraniane negli Hangar doganali. La rete saudita Al-Hadath ha però riferito che la sicurezza aeroportuale ha impedito ai giornalisti di raggiungere il centro cargo dell’aeroporto per motivi di sicurezza. Dopo le insistenze da parte dei giornalisti, alcuni di loro sono comunque riusciti a entrare e a filmare i cartoni con scritte in farsi, il giro è stato bruscamente interrotto.

Non è un caso che diverse nazioni abbiano chiesto, quasi implorato, ai loro cittadini di lasciare il Libano e, rivolgendosi ai suoi, l’ambasciatore tedesco a Beirut ha detto chiaro che l’aeroporto della capitale potrebbe già dalle prime ore di guerra non essere più operativo.

Che Israele sia attenta ai confini, ma anche alla testa del serpente che si trova a Teheran, lo si capisce da una notizia del 24 giugno scorso quando lo Stato Ebraico ha effettuato un lancio di prova di un sistema di propulsione a razzo da una base nel centro del Paese. L’esperimento è stato determinato in anticipo dal sistema di sicurezza ed è stato eseguito come previsto. Questa prova non è stata di un missile difensivo ma offensivo a testata multipla, probabilmente della classe Jericho, Jericho III o Shavit.

Considerando le voci che circolano sull’imminente inizio di un’operazione israeliana in Libano, questo evento, ad avviso di chi scrive molto importante, non ha ricevuto la giusta attenzione da parte della stampa. Dai media israeliani non è stato riportato quasi niente, mentre da quelli internazionali abbiamo sentito un silenzio assordante.

Potrebbe sembrare una storia finita, ma non è così perché gli abitanti di Malta hanno riferito di un missile caduto nel Mediterraneo nei pressi dell’isola. Per le autorità maltesi non è stata una sorpresa e questo lo si capisce perché nelle stesse ore della prova erano state introdotte restrizioni sul traffico nell’area dell’isola e di una larga zona di Mediterraneo.

Considerata la distanza da Israele e il volo dei Gulfstream G-550 Shavit israeliani, dotati di Airborne Warning and Control System (AWACS) e sistemi di guerra elettronica, sempre presenti durante i test missilistici, e considerata anche la mancanza di copertura mediatica, è facile dedurre che il Ministero della Difesa abbia verificato le capacità strategiche di qualcosa di molto serio e, probabilmente, nuovo.

Bisogna considerare inoltre che la distanza di 1800 km è sufficiente per raggiungere Teheran da ogni punto di Israele.

Tutto questo con in atto un’escalation ai confini fra Israele e Libano con dichiarazioni della parte iraniana su una possibile entrata in guerra contro Israele e sul loro sostegno a Hezbollah con l’appoggio dei Talebani che hanno esplicitamente chiesto di essere trasportati in Siria per combattere contro Israele.

I Talebani, non dimentichiamolo, hanno a disposizione tutti gli armamenti abbandonati dalle truppe USA durante il loro rocambolesco ritiro dall’Afghanistan.

A qualche osservatore il lancio di questo missile è sembrato simbolico, ma è solo una parte della verità, non si lanciano milioni di dollari a fondo perduto solo per ricordare a un potenziale nemico quello che lui già sa. In maniera più pragmatica è chiaro che il lancio sia stato un vero e proprio test operativo in previsione di risposte serie in caso di attacco diretto o indiretto da parte dell’esercito iraniano o, peggio, dei pasdaran.

Solo nelle prossime settimane riusciremo ad avere le idee più chiare sulla situazione, per il momento non resta che attendere e sperare per il meglio.

Michael Sfaradi, 27 giugno 2024

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