Ancora agenti feriti. Ancora per mano di sedicenti “studenti”, trasformatisi in violenti che inneggiano alla Palestina e bruciano fantocci del ministro Giuseppe Valditara. In occasione del No Meloni Day in corso in tutta Italia, organizzato dall’Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza, non sono mancati momenti di tensione. Soprattutto a Torino, dove 20 agenti sono stati costretti ad andare al pronto soccorso.
Le rivendicazioni degli studenti sono tanto vaghe quanto incomprensibili. Chiedono “un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico; la tutela del benessere psicologico nelle scuole; e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole”. Che vuol dire tutto e niente. In piazza anche gli universitari, che chiedono “una didattica accessibile; per saperi e ricerca slegati dall’uso militare; perché il diritto allo studio universitario venga garantito e contro la riforma Bernini“.
Concentriamoci su Torino, la piazza più calda. Una fonte di polizia ci fa sapere che sono 20, e non 15, gli agenti al pronto soccorso. Gli studenti nel loro manifestare hanno raggiunto il Museo del Cinema e sono entrati nella Mole Antonelliana, srotolando uno striscione con scritto “Le scuole sanno da che parte stare, contro il governo e genocidio”. Inoltre hanno fatto irruzione in due fast food, provocando ingenti danni. Gli scontri si sono svolti soprattutto in Piazza Castello. È qui che i facinorosi hanno lanciato, spiegano fonti di polizia a Nicolaporro.it, un ordigno artigianale collegato ad una bomboletta di spray al peperoncino. Un video (guarda qui sotto) mostra il momento dell’assalto che ha intossicato gli agenti. Alcuni dei manifestanti (nel corteo anche esponenti dei centri sociali e dell’Askatasuna), hanno mostrato il gesto delle tre dita a simboleggiare la pistola P38 tristemente nota durante gli anni di piombo. Diversi i volti dei politici italiani, di destra e di sinistra, esposti negli striscioni macchiati di sangue perché considerati “complici del genocidio” in Palestina.
“Ancora una volta oggi a Torino, come ormai in ogni occasione, un gruppo di manifestanti ha preso di mira le forze dell’ordine – dice Pietro Di Lorenzo, segretario generale provinciale del Siap torinese – La violenza ha raggiunto un punto insopportabile, addirittura davanti alla Prefettura è stato lanciato un ordigno confezionato anche con gas irritante, il risultato è che dobbiamo già registrare 20 poliziotti costretti a recarsi a pronto soccorso. Un fatto gravissimo che impone di chiamare le cose con il loro nome, costoro non sono solo violenti ma criminali eversori nemici delle istituzioni e dei suoi servitori”. Gli agenti sono stufi. “È ora che tutti quanti si sveglino dal loro torpore o dallo schieramento di parte, la situazione sta diventando gravissima e questo Paese ha già vissuto le pagine nere della sottovalutazione dell’estremismo di piazza – insiste Di Lorenzo – Ai colleghi in piazza devono anche essere date disposizioni che impediscano di essere trasformati in carne da macello, di fronte alla violenza non si può restare inermi bersagli”.
Dura anche la presa di posizione di Giuseppe Valditara. “E sarebbero questi gli interlocutori democratici? La scuola italiana non ha bisogno di replicanti degli estremisti degli anni ’70”, commenta il ministro. “A Torino è andata in scena l’ennesima brutta manifestazione dell’estrema sinistra. Inutile dire che il governo non si farà intimidire, ma è desolante pensare che qualche parlamentare od opinionista radical chic si scandalizzerà perché definisco i facinorosi comunisti ‘zecche rosse’ anziché preoccuparsi dell’aggressione sistematica alle donne e agli uomini divisa, ai quali va la mia totale solidarietà”, scrive invece su X il vicepremier Matteo Salvini. “Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos in alcune piazze ad opera dei soliti facinorosi – scrive infine la premier Meloni sui social – Diversi agenti delle forze dell’ordine sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti, con l’augurio di una pronta guarigione. Spero che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni”.
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