Nell’attesa che lo zar arrivasse al Quirinale con il solito garbato ritardo, in una saletta attigua alla cerimonia si sono incontrati, assieme a pochi intimi, proprio Di Maio e Salvini. Il Presidente della Repubblica ha percepito perfettamente che l’afflato mistico che correva fra i due, una sorta di incantesimo, è svanito e gli strali della campagna elettorale non si sono affatto ricuciti. Né si riesce a trovare l’accordo sulla Flat tax, che la Lega vuole ma i grillini svuotano ogni giorno di più di significato, e sulle Autonomie regionali, anch’esse bloccate dal M5Stelle. Con la sottile strategia grillina di mettere Matteo contro la sua stessa base elettorale per logorarlo dall’interno.
Quanto bisogno ha Salvini di portare avanti questa alleanza, con un patto di governo che non regge più e che non viene neppure aggiornato, per di più con un Premier come Conte che, capita la mala parata, va ormai a ruota libera inseguendo anche lui il suo smisurato ego? Instagram, intercettazioni, inchieste, audio carpiti, cosa teme Salvini? Credo davvero nulla. Anzi, se mollasse gli ormeggi, tutto questo chiacchiericcio lo aiuterebbe a stravincere le elezioni. Perché gli italiani di questo continuo tiro al bersaglio non ne possono più. Con buona pace dei soliti noti.
Luigi Bisignani, Libero 12 luglio 2019