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“Un uomo che ci esclude”. Le donne si ribellano alla trans paralimpica

Valentina Petrillo è finita nel mirino dell’ex nuotatrice Sharron Davies e sui social è scoppiato il putiferio

petrillo © Jim De Ramos tramite Canva.com

Era questione di tempo e non poteva essere diversamente. Valentina Petrillo sarà la prima atleta apertamente transessuale della storia delle Paralimpiadi e sfiderà le donne nei 200 e 400 metri, categoria T12. La cinquantenne, ipovedente, ha ricevuto il via libera dalle autorità sportive, una decisione che ha scatenato immediatamente indignazione in rete, complice il recente precedente delle Olimpiadi con Imane Khelif e Lin Yu-Ting. Tante le polemiche scoppiate in rete e non mancano i giudizi tranchant.

Tra i tanti post comparsi su X, nella giornata di ieri non è passato inosservato quello di Sharron Davies. L’ex nuotatrice, medaglia d’argento nei 400m misti alle olimpiadi di Mosca 1980, non ha utilizzato troppi giri di parole: a suo avviso la Petrillo è “un altro uomo che esclude le donne dalla propria categoria”. L’ex campionessa ha aggiunto: “Non c’è inclusione per le donne nelle regole sportive woke, solo ingiustizia, aumento del pericolo in uno sport da combattimento e mancanza di rispetto per l’intero scopo delle categorie”.

Ma non è tutto. Sharron Davies si è unita l’ex maratoneta britannica Mara Yamauchi, che già un anno fa aveva espresso tutta la sua rabbia dopo che la Petrillo aveva vinto due medaglie di bronzo ai Campionati mondiali di atletica paralimpica. “Un’altra atleta donna derubata”, il suo j’accuse su X. Accuse rispedite al mittente dall’atleta italiana, che aveva paragonato i critici che contestano la sua inclusione negli eventi femminili “ad Adolf Hitler”. Secondo lei, infatti, le voci contrarie sono come il leader nazista che nel 1933 impedì agli ebrei di entrare nella squadra nazionale tedesca.

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Una pioggia di critiche, un putiferio continuo, ma la Petrillo tira dritto. Intervistata da BBC Sport, l’atleta ha affermato di aspettare queste Paralimpiadi da tre anni e ha definito “un importante simbolo di inclusione” la sua partecipazione alle gare femminili. Ma difficilmente le polemiche termineranno qui. In rete i commenti si moltiplicano tra chi bolla come “ingiusta” la scelta delle autorità sportive e chi, più nettamente, afferma che la Petrillo “va fermata”. Molti hanno stigmatizzato le sue uscite più recenti, una in particolare: quando la Petrillo ha affermato di non avere vantaggi rispetto alle donne, sottolineando che i suoi tempi sono più bassi rispetto a prima della transizione.

C’è anche un altro dettaglio di cui tenere obiettivamente conto. Molti utenti di X, soprattutto stranieri, stanno puntando il dito contro gli italiani: diverse persone, infatti, si chiedono dove siano finiti coloro che si lamentavano di Imane Khelif e dello squilibrio del match contro Angela Carini. C’è chi “ci” accusa di doppiopesismo, o chi semplicemente invoca una linea netta e limpida da parte delle autorità sportive. La mente è anche tornata a Melani Bergés, l’atleta spagnola che non parteciperà alle Paralimpiadi “per colpa” della Petrillo. Il problema è che al momento l’ideologia ha la meglio sul buonsenso e questo è l’ennesimo esempio.

Franco Lodige, 15 agosto 2024

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