La notizia corre soprattutto sui siti conservatori, quel pezzo di informazione legata ai tradizionalisti di Santa Romana Chiesa. Ed è un mezzo terremoto provocato dal Cardinale George Pell, il cardinale che – da poco deceduto – rischia di scatenare una nuova offensiva contro Bergoglio dopo le critiche del segretario particolare di Benedetto XVI.
Piccolo passo indietro. George Pell è sempre stato un punto di riferimento dell’area dei conservatori nella Chiesa. Accusato di molestie sessuali, aveva deciso di tornare in Australia per farsi processare e dopo diversi mesi di carcere è stato scagionato. Benché ritenuto un conservatore, da papa Francesco era stato nominato Prefetto dell’Economia, quindi è stato uno dei più stretti collaboratori del pontefice, che nelle scorse ore lo ha anche pubblicamente ringraziato per la sua opera. Ora, però, benché Pell non possa né confermare né smentire, spuntano due rivelazioni che rischiano di acuire lo scontro interno alla Chiesa.
La prima riguarda un articolo contro il Sinodo che Pell ha consegnato al settimanale britannico The Spectator e che è stato pubblicato poco dopo la sua morte. Una critica dall’oltretomba, verrebbe da dire. In quel pezzo, infatti, Pell definisce il “Sinodo della sinodalità” voluto da Francesco come “un incubo tossico” accompagnato da un documento preparatorio “tra i più incoerenti mai inviati da Roma”, formulato “in gergo neo-marxista” e “ostile alla tradizione apostolica”, tanto da ignorare la fede nel giudizio divino, nel paradiso e nell’inferno. Secondo il quotidiano conservatore, il cardinal Pell sarebbe stato pronto ad affrontare “la furia di papa Francesco” dopo la pubblicazione, che però è avvenuta solo a sua morte avvenuta.
La seconda rivelazione, invece, riguarda il giudizio che Pell avrebbe dato – di nascosto – riguardo il pontificato di Bergoglio. Secondo Sandro Magister, curatore del blog “Settimo Cielo”, infatti, sarebbe proprio Pell il curatore di un memorandum molto noto tra i cardinali che era stato firmato con lo pseudonimo Demos. In quel post, il governo di Bergoglio era stato definito “una catastrofe”, oltre ad altri numerosi giudizi poco edificanti.
Si tratta dell’ennesimo attacco al papato di Francesco. Se monsignor Georg Gaenwein pare abbia ormai accettato il silenzio, resteranno impresse nelle cronache le sue critiche a Bergoglio. Così come le rivelazioni sul “cuore spezzato” a Benedetto o le frasi sulla Chiesa corra “contro un muro” serviranno nei mesi a venire per mettere in discussione l’operato di Francesco. Il quale, oggi, dopo la morte di Benedetto XVI, si trova forse più solo, senza nessuno a “trattenere” i mal di pancia di chi – tradizionalista – non crede nelle sue riforme.