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L’Ue vota per Kiev in Europa. Mosca attacca: “Responsabili per quelle armi” (LIVE)

Sesto giorno di guerra in Ucraina. Oggi si torna a negoziare. Ma la Russia avanza su Kiev

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Sesto giorno di guerra. Dopo i negoziati iniziati ieri a Gomel, oggi Russia e Ucraina si rivedranno al confine tra Polonia e Bielorussia. Difficile dire se e quando questi incontri porteranno ad un cessate il fuoco, a un accordo o se si tratta solo di un modo per prendere tempo. Fatto sta che oggi le immagini satellitari mostrano colonne di 60km di truppe russe che si dirigono verso Kiev, pronte ad assediare la capitale.

La cronaca della guerra

I militari e i civili ucraini si preparano alla resistenza. A Kiev i cittadini preparano le bombe molotov seguendo le indicazioni fornite dal comando militare, che ha spiegato loro anche dove lanciarle per fermare i carri armati e i blindati russi. Basterà? Difficile. Certo l’Ucraina ha anche a disposizioni armi più letali. Per ora a Kiev si è combattuto soprattutto contro i “sabotatori”. Gli scontri più duri sono stati all’aeroporto di Hostomel, obiettivo tattico dei russi. Bombardamenti più pesanti si sono registrati nelle altre città ucraine: Mariupol, Kharkiv, Kherson, il Donbass. La Nato sta inviando migliaia di missili e arsenali militari all’Ucraina, come chiesto dal presidente Zelensky. Arriveranno in tempo? Basteranno a respingere Mosca? O rischiano di provocare una reazione ancor più dura di Putin, che non ha ancora sfruttato tutto il suo potenziale (i bombardamenti aerei, ad esempio) ma ha già minacciato la guerra nucleare?

Oggi il ministro degli Esteri Lavrov ha tenuto un discorso durissimo (leggilo qui sotto).

Mappa dell’avanzata russa aggiornata e diffusa dal ministero della difesa della Gran Bretagna.

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18.30 Lavrov attacca l’Ue

In un discorso pubblicato sul sito dell’Ambasciata russa in Italia, il ministro degli esteri di Mosca lancia un duro attacco al ruolo dell’Unione Europea nella crisi ucraina.

“Per molti anni l’Unione europea, mascheratasi da “pacificatore”, ha generosamente finanziato il regime di Kiev, che è salito al potere come risultato di un colpo di stato anticostituzionale. Ha osservato in silenzio lo sterminio della popolazione nel Donbass e lo strangolamento dei russofoni in Ucraina. L’UE ha ignorato i nostri continui appelli per attirare l’attenzione sul dominio nazista sui vertici dell’Ucraina, sul blocco socio-economico e sull’uccisione di civili nel sud-est del paese. Avendo legato tutte le prospettive delle relazioni con la Russia all’attuazione del pacchetto di misure di Minsk, non ha fatto nulla per incoraggiare Kiev a iniziare ad attuarne i suoi elementi chiave. Allo stesso tempo, ha concesso denari ai vertici di Kiev e l’eliminazione del regime dei visti. Hanno esteso le sanzioni anti-russe con pretesti dubbi. Ha partecipato alle rappresentazioni organizzate da Kiev mettendo in discussione l’integrità territoriale della Federazione Russa.

Ora, però la maschera è caduta. La decisione dell’UE del 27 febbraio di iniziare a fornire armi letali all’esercito ucraino è un’autodenuncia. Segna la fine dell’integrazione europea come progetto “pacifista” per riconciliare i popoli europei dopo la Seconda guerra mondiale. L’UE si è definitivamente schierata con il regime di Kiev, che ha scatenato una politica di genocidio contro parte della sua stessa popolazione.

Nelle sue azioni antirusse Bruxelles è arrivata, senza nemmeno accorgersene, a usare la “neolingua” orwelliana. Ha annunciato che “investiranno” nella guerra scatenata in Ucraina nel 2014 attraverso un meccanismo chiamato Fondo Europeo per la Pace”. La leadership dell’UE non ha esitato a includere missili e armi leggere, munizioni e persino aerei da combattimento tra i mezzi “difensivi”.

L’UE ha mostrato quanto vale veramente la supremazia del diritto in Europa ignorando tutti gli otto criteri della propria “Posizione comune” del Consiglio UE 2008/944/CFSP dell’8 dicembre 2008 “Sulla definizione di regole comuni per controllare l’esportazione di tecnologia e attrezzature militari”, che vieta espressamente l’esportazione di armi e attrezzature militari dall’UE nelle seguenti situazioni:

1. inosservanza degli obblighi internazionali da parte del paese di destinazione (Kiev ha ignorato i suoi obblighi derivanti dal pacchetto di misure di Minsk, approvato dalla risoluzione 2202 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite);

2. mancato rispetto dei diritti umani, compreso il rischio che le armi siano usate per la repressione interna (nel Donbass, Kiev stava commettendo un genocidio);

3. conflitto armato nel paese di destinazione e rischi di sua escalation a seguito del trasferimento di armi;

4. minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità regionali, compresa la possibilità di un conflitto armato con un paese terzo;

5. rischio per la sicurezza nazionale dei paesi dell’UE (le armi fornite possono essere utilizzate contro gli interessi dei paesi dell’UE);

6. la politica del paese ricevente, compreso il rispetto del principio di non impiego della forza, del diritto internazionale umanitario, così come del regime di non proliferazione nell’ambito del controllo delle armi (non crediamo che Kiev sia stata esemplare nell’adempimento di questi obblighi, anche in considerazione dei noti casi di commercio in nero di armi dall’Ucraina);

7. Il rischio che le armi cadano nelle mani sbagliate, comprese le organizzazioni terroristiche (data la distribuzione incontrollata di armi in Ucraina alla popolazione, è quasi certo che alcune di esse finiranno sul mercato illegale);

8. equilibrio tra militarizzazione e sviluppo economico del paese acquirente (crediamo che Kiev dovrebbe preoccuparsi più dell’economia ucraina che della repressione dei dissidenti con la forza).

I cittadini e le strutture della UE coinvolti nella fornitura di armi letali e di carburante e lubrificanti alle Forze Armate Ucraine saranno ritenuti responsabili di qualsiasi conseguenza di tali azioni nel contesto dell’operazione militare speciale in corso. Non possono non capire il grado di pericolo delle conseguenze.

È stato finalmente sfatato un altro mito che era stato propagato dall’UE in passato e cioè che le restrizioni unilaterali della UE, illegittime secondo il diritto internazionale, non fossero dirette contro il popolo russo. I funzionari di Bruxelles, che fino a poco tempo fa si dipingevano come “partner strategico” del nostro paese, ora non si fanno più scrupoli a dire che intendono infliggere “il massimo danno” alla Russia, “colpire i suoi punti deboli”, “distruggere la sua economia sul serio” e “impedire la sua crescita economica”.

 

Vogliamo assicurarvi che non sarà così. Le azioni dell’Unione Europea non resteranno senza risposta. La Russia continuerà a perseguire i suoi interessi nazionali vitali a prescindere dalle sanzioni e dalle loro minacce. È ora che i paesi occidentali capiscano che il loro dominio indiviso nell’economia globale è da tempo cosa del passato.

18.00 Il Parlamento Ue vota: Ucraina candidato a entrare

Con 37 voti a favore 13 contrari e 26 astensioni il Parlamento Ue ha dato il via libera allo status di “candidato” all’ingresso nell’Unione all’Ucraina.

17.00 Nato: vogliamo la pace con Mosca

Il segretario generale della Nato ha spiegato che il dispiego aggiuntivo di soldati, aerei e mezzi della Nato sul fianco Est, non serve a minacciare Mosca. In stato di allerta ci sono 100 aerei, 120 navi e migliaia di uomini. Ma

16.35 Colpita la torre della tv a Kiev

Nell’attacco alla torre tv di Kiev, che Mosca aveva preannunciato con un avviso del ministero della Difesa, sono morte almeno 5 persone. La torre si trova a pochi passi dal memoriale delle vittime ebree del nazismo, fatto che Zelensky ha subito rilanciato sui social: “La storia si ripete”. Dopo qualche tempo di sospensione delle trasmissioni, ora alcuni canali tv avrebbero ricominciato a funzionare.

16.30 Il bollettino Mosca

Il portavoce del governo russo ha diramato il consueto bollettino sulla “missione speciale” in Ucraina.
– “Il raggruppamento delle truppe della Repubblica Popolare di Lugansk, con il supporto del fuoco delle Forze Armate della Federazione Russa, è avanzato dall’inizio dell’operazione fino a 61 chilometri e ha bloccato il villaggio di Svatovo”, si legge su Facebook. Altri insediamenti “sono presi sotto controllo”.
– Avanzamenti simili si registrerebbero anche sul lato della repubblica di Donetsk. “Le truppe hanno condotto operazioni offensive con successo”, prendendo il controllo di cinque insediamenti. I tank sono avanzati di 19 chilometri fino a raggiungere il “confine amministrativo” della regione, una volta nelle mani dell’Ucraina, e si sono riunite alle forze armate russe “che hanno preso il controllo delle regioni dell’Ucraina verso il Mare d’Azov e lungo la costa.
L’aviazione russa avrebbe distrutto tre radar ucraini.  “In totale – si legge su Facebook –  dall’inizio dell’operazione, le Forze Armate della Federazione Russa hanno colpito 1.325 obiettivi delle infrastrutture militari dell’Ucraina”.

16.20 Mosca avverte: “Lasciate le case”. E abbatte la tv ucraina

In un annuncio pubblicato dalla Tass, intorno alle 15 il ministero della Difesa ha specificato che l’esercito russo avrebbe colpito alcuni obiettivi specifici con armi ad alta precisione con lo scopo di “reprimere gli attacchi informativi contro la Russia”. “Il Ministero della Difesa invita i cittadini ucraini, attratti dai nazionalisti ucraini a compiere provocazioni contro la Federazione Russa, così come i residenti che vivono vicino alle stazioni di ritrasmissione a lasciare le loro case”. Poche ore ore dopo un proiettile colpisce la torre della tv a Kiev.

16.15 La Turchia chiede il cessate il fuoco a Mosca

Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar lo ha chiesto al collega Sergey Shoigu.

16.00 Kiev chiede aiuto a Pechino

15.20 Media russi: nuovi negoziati Mosca-Kiev solo domani

15.10 Kiev chiede “no fly zone” in Ucraina alla Germania

14.48 Tensioni Francia-Russia: “Sarà guerra”

Tensioni sul fronte Francia-Russia. Dopo le dichiarazioni choc del portavoce di Boris Johnson, che aveva ipotizzato il rovesciamento di Putin per mezzo delle sanzioni, subito “smentito” da Downing Street, adesso è scontro tra Parigi e Mosca. E questo nonostante ieri Putin abbia scelto proprio Macron per aprire un canale di dialogo con l’Occidente. È un tweet di Dimitry Medvedev ad accendere la miccia, che – stando ai russi – potrebbe facilmente trasformarsi in qualcosa di peggio. “Un ministro francese ha affermato oggi di averci dichiarato guerra economica – ha detto l’ex presidente russo – Attenti al vostro discorso, signori! E non dimenticare che le guerre economiche nella storia dell’umanità si sono spesso trasformate in vere guerre”. Il ministro cui fa riferimento Medvedev è Bruno Le Maire, ministro delle Finanze francese, che in una intervista a France Info aveva detto: “Faremo una guerra economica e finanziaria totale alla Russia, la loro economia crollerà”.

14.35 Kiev: situazione difficile, ma resistiamo

In un messaggio su Telegram, il sindaco pugile di Kiev, Vitali Klitschko, ammette che “la situazione è difficile. Il nemico vuole prendere il cuore del nostro Paese. Ma combatteremo e non rinunceremo a Kiev!”. Secondo il primo cittadino le forze armate e i residenti in armi stanno difendendo la capitale. Così come sta succedendo in tante altre città.  “Cari ucraini! Non credete alla disinformazione. Niente panico! Dobbiamo proteggere la nostra città, il nostro paese e il nostro futuro con voi! Il futuro del nostro Stato sarà solo con persone forti, solo con veri patrioti! Veri combattenti che ora stanno mostrando il loro carattere! Insieme sopravviveremo! Gloria a Kiev! Gloria all’Ucraina!”

14.33 L’Italia trasferisce l’Ambasciata da Kiev a Leopoli

L’Italia sposta l’ambasciata. E lo fa “in ragione del deterioramento della situazione di sicurezza a Kiev e della conseguente impossibilità di garantire una piena funzionalità”. Il Belpaese segue la decisione già presa da altri Stati.

12.45 Zelensky al parlamento Ue: difendiamo la nostra Patria

In collegamento con l’Europarlamento, il presidente Zelensky ha detto che “oggi due missili hanno colpito la piazza della Libertà, a Kharkiv” dove “ci sono state dozzine di vittime”. “Questo è il prezzo della libertà – ha aggiunto – Noi combattiamo per la nostra terra, per la nostra libertà”.

11.55 Zelensky: fondamentale difendere Kiev

Il presidente ucraino ha nominato Mykola Zhyrnov capo delle operazioni militari per difendere Kiev.

+++ 11.50 Lavrov: in Donbass violazione dei diritti umani e religiosi +++

Durante la Conferenza sul disarmo di Ginevra, il ministro degli esteri Lavrov ha tenuto un discorso molto duro rivolto a Kiev, agli Usa, all’Ue e al mondo occidentale in genrale. Il ministro di Putin ha detto che “il pericolo rappresentato dal regime di Zelensky per i paesi vicini e la sicurezza internazionale è palpabilmente cresciuto dopo che le autorità di Kiev hanno iniziato a giocare un gioco pericoloso e a pianificare l’acquisizione di armi nucleari“.

Lavrov ha attaccato anche “i membri dell’Unione Europea hanno scelto la strada delle sanzioni unilaterali illegittime, usandole per sottrarsi al dialogo diretto, onesto e faccia a faccia, di cui chiaramente temono”. Secondo il ministro russo, “il motivo principale” della crisi ucraina “è che gli Stati Uniti e i loro alleati continuano a imporre in modo aggressivo il cosiddetto “ordine mondiale” basato su regole” proprie. E non condivise. “È la politica dell’Occidente collettivo guidato da Washington che ha portato al fatto che dal 2014 il regime di Kiev è in guerra con il suo stesso popolo. Con tutti coloro che non sono d’accordo con i ‘valori neonazisti di Maidan’, con la politica criminale delle autorità ucraine, che violano sistematicamente i diritti umani fondamentali e i diritti delle minoranze nazionali, gli obblighi assunti nell’ambito dell’ONU e del OSCE e persino la Costituzione del proprio paese”.

“Gli ultranazionalisti e i neonazisti che hanno preso il potere a Kiev – ha continuato Lavrov – a seguito di un colpo di stato sostenuto dall’Occidente hanno scatenato un vero terrore. È impossibile ricordare senza rabbrividire la terribile tragedia di Odessa il 2 maggio 2014, quando i partecipanti all’azione pacifica sono stati bruciati vivi nella Casa dei sindacati. I criminali che hanno commesso questa atrocità sono conosciuti per nome: hanno posato davanti alle telecamere, ma non sono stati ancora puniti”.

Sulla situazione in Donbass, Lavrov ha denunciato che “una prova inconfutabile delle conseguenze criminali dei massicci bombardamenti di strutture civili nel Donbass sono le fosse comuni scoperte lì. Un esame medico legale ha rilevato che la maggior parte dei morti erano donne e anziani. Numerosi fatti di queste eclatanti violazioni del diritto umano fondamentale – il diritto alla vita – vengono semplicemente ignorati dai nostri colleghi occidentali. I tentativi di attirare l’attenzione sulle atrocità in corso da 8 anni sono caduti nella loro indifferenza”. Lavrov accusa poi Kiev di aver cercato di “de-russificare” il Donbass, di aver vietato la lingua e aver cercato di reprimere il dissenso. “Sono state avviate leggi contro la Chiesa ortodossa ucraina canonica del Patriarcato di Mosca – ha attaccato il ministro – Le chiese che le appartengono vengono sequestrate, milioni di suoi parrocchiani e il clero sono perseguitati. Che cos’è questa se non una violazione della libertà religiosa?”.

Lavrov accusa la “connivenza” degli stati occidentali che dichiarano “con arroganza standard di democrazia”. “L’Occidente ha cominciato a chiudere un occhio su quanto stava accadendo nel febbraio 2014, quando i radicali hanno compiuto un colpo di stato incostituzionale”, ha detto il ministro. “Le regioni orientali dell’Ucraina che non hanno accettato il colpo di stato sono state accusate di terrorismo, sebbene non abbiano attaccato nessuno. Al contrario, contro di loro sono stati avanzati distaccamenti di punitori, le loro città sono state bombardate con l’aiuto dell’aviazione, artiglieria e sistemi di lancio multiplo di razzi”.

Poi l’affondo contro gli Usa: “Gli Stati Uniti e i suoi alleati, direttamente responsabili di numerose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, colpevoli di crimini che hanno ucciso centinaia di migliaia di persone comuni in Jugoslavia, Iraq, Libia, Afghanistan, dimostrano ancora una volta “doppi standard”. L’attuale regime di Kiev è un vivido esempio del fatto che quando sei un leale vassallo dell’egemone e partecipi con particolare zelo al servizio della sua politica di contenimento della Russia, tutto ti è permesso. Puoi violare qualsiasi diritto umano, libertà, semplicemente uccidere persone, coltivare tradizioni e pratiche neonaziste. In cambio della tua indiscussa lealtà e obbedienza, l’Occidente “civilizzato” chiuderà un occhio su tutto questo. Inoltre, recentemente l’Unione Europea, in una frenesia russofoba, ha deciso di fornire armi letali a Kiev“.

Conclude così il suo discorso Lavrov: “La filosofia arrogante dell’Occidente, basata sul senso della propria superiorità, esclusività e permissività, deve essere posta fine. L’uguaglianza sovrana degli Stati è un principio chiave della Carta delle Nazioni Unite. Si applica pienamente al lavoro dell’HRC. La Russia è sempre aperta a una discussione equa e rispettosa su qualsiasi questione ed è pronta a cercare un giusto equilibrio di interessi”.

Il discorso di Lavrov è durissimo. Per leggerlo interamente, clicca qui.

11.45 Mosca: continueremo fino al raggiungimento degli obiettivi

Mosca non sembra intenzionata a fare passi indietro. Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, come riporta Interfax, fa sapere che “Il contingente russo continuerà l’operazione militare speciale fino al raggiungimento di questi obiettivi”. E ancora: “Le forze armate russe sono state impegnate in un’operazione militare speciale dal 24 febbraio su ordine del comandante in capo supremo allo scopo di proteggere la popolazione del Donbas e la smilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina.”. La priorità di Mosca è quella di “proteggere la Federazione Russa dalla minaccia militare creata dalle nazioni occidentali, che stanno cercando di utilizzare il popolo ucraino nella lotta contro il nostro Paese”.

11.40 La Nato assicura: no missioni in Ucraina

Dopo aver fornito armi, emesso sanzioni e assicurato tutto il supporto finanziario possibile a Kiev, la Nato – forse anche come conseguenza della minaccia atomica di Putin – si affretta ad assicurare che l’Alleanza “non prenderà parte al conflitto” in Ucraina e  “non manderà truppe nel territorio ucraino né aerei nello spazio aereo ucraino”. La stessa cosa l’ha ribadita in conferenza stampa anche Boris Johnson.

10.30 Kiev: Mosca bombarda le città

Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, su twitter riporta che “la Russia sta attivamente bombardando i centri urbani, infliggendo attacchi diretti di missili e artiglieria alle aree residenziali e governative. L’obiettivo della Russia è chiaro: panico di massa, vittime civili, distruzione delle infrastrutture. L’Ucraina sta combattendo con dignità”.

10.25 L’ambasciata italiana e Draghi invitano gli italiani a lasciare Kiev

10.20 Lukashenko: “Bielorussia non partecipa a operazioni militari”

Secondo quanto riporta Interfax, Lukashenko avrebbe assicurato che “l’esercito bielorusso non ha preso parte alle ostilità e non lo sta facendo ora. Possiamo dimostrarlo a chiunque”.

10.00 Mosca mostra i video dell'”operazione speciale”

Da parte ucraina twitter, Telegram e Facebook vengono usati con grandissima frequenza. Militari, aviazione, governo, Zelensky, ministri, governatori, sindaci: tutti diffondono notizie, foto, video, appelli. Certo lo stesso accade nel social network russo VK, dove di filmati ne girano a bizzeffe. Ma gli account ufficiali della Difesa russa, in particolare Facebook e Twitter, fino ad oggi avevano rilanciato solo il consueto briefing giornaliero del comandante sulla compagna in ucraina. Oggi, invece, una sorta di svolta. Prima il ministero ritwitta una presunta “fake news” diffusa dalla BBC, che avrebbe attribuito un caseggiato distrutto in Dombass dagli ucraini a un bombardamento russo. Poi mostra le immagini degli elicotteri impegnati nella “operazione speciale”, lo stesso nome con cui Putin ha chiamato questa azione militare in Ucraina. Un cambio di comunicazione.

09.44 Bombardato il centro di Kharkiv

Secondo quanto riporta il giornalista ucraino, un missile avrebbe colpito la sede del governo regionale di Kharkiv. I video, diffusi sui social e rilanciati dalle emittenti locali, mostrano il momento dell’esplosione e i danni successivi al bombardamento.

09.20 Due vittime tra i ceceni in Ucraina

L’annuncio è stato dato su Telegram dal leader dei ceceni filo-Putin: “Per quanto riguarda le vittime. Purtroppo, ci sono già vittime tra i nativi della Repubblica cecena. Due sono morti e altri sei hanno riportato varie ferite”, ha detto Kadyrov.

07.00 Kherson è circondata

I reparti di Mosca hanno raggiunto anche la zona sud di Kherson, nel Sud del Paese. Secondo il sindaco, ormai la città è circondata. Il sindaco della città, su facebook ha scritto che “Alle entrate di Kherson, l’esercito russo ha installato dei posti di blocco. Difficile dire come si evolverà ulteriormente la situazione”. In città, come a Kiev, vige il coprifuoco.

06.30 L’Ue arma l’Ucraina: inviati anche 70 caccia

Secondo l’aviazione ucraina, l’Unione Europea sarebbe pronta a inviare 70 caccia aerei all’Ucraina. Si tratta di una decisione storica, visto che mai prima d’ora l’Unione aveva fornito strumenti militari letali ad un Paese in guerra. Secondo quanto si apprende, la Bulgaria fornirà 16 MiG-29 e 14 Su-25, la Polonia fornirà 28 unità MiG-29 e la Slovacchia 12 MiG-29.

05.30 Allarmi antiaerei nelle città ucraine

A rischio bombardamento ci sono Rivne, a ovest di Kiev, Ternopil (ovest), Vinnytsia (centro) e Volyn (nordovest).

04.00 Un convoglio di 60km verso Kiev

Le truppe russe si avvicinano alla capitale. Ieri secondo l’intelligence di Londra i convogli erano a 25km dalla città. Si tratta di blindati, tank, artiglieria e mezzi logistici.

01.15 Kiev: dagli Usa più armi

“L’Ucraina desidera la pace, ma finché siamo sotto l’assalto della Russia abbiamo bisogno di più sanzioni e armi. Il segretario Blinken mi ha assicurato entrambi”, ha spiegato il ministro Kuleba in un tweet.