Il guerriero solitario (Glauco Maggi)

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Il guerriero solitario

Glauco Maggi è uno dei rarissimi giornalisti che si è trasferito, da anni, a New York e riesce a raccontare l’America senza ricopiare il New York Times. È uno dei rarissimi cronisti che raccontò, quattro anni fa, la corsa di Trump alla Casa Bianca senza alcun pregiudizio ideologico, senza il birignao degli espatriati italiani che si sentono meglio accettati se diventano immediatamente liberal. È dunque uno dei pochi che avevano previsto tutto o quasi tutto. Nel suo ultimo libro, Il guerriero solitario (Mind Edizioni), racconta con numeri e tabelle il successo economico della Trumpeconomics, ma anche il gran pasticcio coronavirus.

Non vi è infatti dubbio, almeno stando ai numeri su crescita, disoccupazione e Borsa, che i primi tre anni di Trump siano stati un clamoroso successo economico. Poi è arrivato il virus, il lockdown, anche se a singhiozzo, la battaglia sulle chiusure coni democratici, e il crollo dell’economia. Chiunque abbia voglia di capire qualcosa sul fenomeno trumpiano deve leggere Maggi. Siamo bombardati da un’informazione completamente distorta. E Maggi si limita a mettere in fila fatti e circostanze, che a ben vedere sarebbero facilmente accessibili a tutti. Andiamo nel concreto. Trump paga certamente la brusca frenata economica, ma anche le sue appendici culturali e politiche: il movimento Black Lives Matters e la cancel culture che ne è seguita.

Dice però Maggi che questi due ultimi fenomeni, dal sapore decisamente estremistico, rischiano di ritorcersi proprio contro quei liberal che tanto li hanno alimentati in funzione anti-presidenziale. È noto infatti, tranne che ai nostri corrispondenti, che il braccio violento della polizia non sia così incline a violentare soltanto gli afroamericani. Su 1004 persone uccise dai cop, soltanto un quarto erano afroamericani. Nonostante il loro tasso di violenza sia, sempre nel medesimo anno, cioè il 2019, pari al 58 per cento del totale. Delinquono di più e rischiano di meno. E la cosa c’entra molto con il presidente, visto che la polizia la reclamano non tanto a Park Avenue, quanto nei ghetti neri. Questa volta i democratici rischiano di perdere per una valanga di voti afroamericani che andranno ai repubblicani e a Trump, vista la loro scarsa disponibilità a bersi le balle liberal delle redazioni newyorchesi.

Il libro di Maggi è una miniera divisa in capitoli, i primi due chiusi in tipografia poche settimane fa. Si va dal coronovirus alla politica dei dazi, dal caso Floyd al famoso muro del Messico. Se avete intenzione di seguire le elezioni americane di novembre in modo consapevole e informato, come si diceva un tempo con una buona dose di retorica, beh insomma dovete aver letto bene Maggi.

Nicola Porro, Il Giornale 23 settembre 2020

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