Può bastare una leggina, qualche riga in un decreto, provocare disagi così grandi da rischiare di aumentare i prezzi dei prodotti che compriamo ogni giorno al supermercato o nei negozi? Sì, può. Lo dimostra la norma contenuta nel dl Infrastrutture che costringe i trasportatori di carichi eccezionali a moltiplicare il numero dei camion da utilizzare, facendo quadruplicare il costo della logistica e – paradosso dei paradossi – aumentando l’inquinamento alla faccia della “transizione energetica”.
La storia, raccontata da Quarta Repubblica, inizia nel 2016 quando a Annone Brianza un cavalcavia crolla sotto il peso delle auto e uccide un uomo. Scandali, proteste, indagini. Una relazione tecnica del ministero delle Infrastrutture indica la necessità di limitare i carichi dei trasporti eccezionali per non sovraccaricare i viadotti già traballanti. Logica avrebbe chiesto di agire diversamente, ovvero di mettere a posto i ponti in cattive condizioni. Invece cinque anni dopo quella tragedia, il ministero inserisce nel decreto una leggina che limita il carico massimo trasportabile dai camion.