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“Una nuova moneta”. Il piano di Putin che deve spaventarci

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Quella che ieri ha lanciato Putin è una minaccia seria per ciò che sottintende, ma non facilmente realizzabile. Ha detto che i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) dovrebbero «fondere» le loro monete e farne uscire una nuova che le rappresenti. Essa sarebbe una valida e pericolosa alternativa al dollaro. Un Ecu (il genitore dell’euro) il cui valore è pari a quanto valgono, con diversi pesi ovviamente, le monete che lo compongono.

L’Europa ci ha messo trent’anni a fare una moneta comune. E alcuni autorevoli economisti, come Milton Friedman, l’hanno criticata anche dopo la sua nascita. Troppo diversi gli Stati che la adottano, con storie, politiche economiche, tassi di interesse e di risparmio troppo diversi. E parlavamo dell’Europa. Pensate un po’ voi come sia possibile mettere insieme Cina e India, o Russia e Sudafrica. Ma questo è il punto di vista tecnico.

La parte pericolosa della minaccia putiniana è, come detto, ciò che sottende. I cinque Paesi Brics rappresentano un quinto della ricchezza globale e più o meno la stessa quota di commercio internazionale. Sono dunque un club più ricco di quello dell’euro, nonostante quest’ultimo sia fatto da ventisette nazioni. Hanno, soprattutto in campo agricolo e nelle materie prime, una posizione di leadership oligopolista nel mondo. Non hanno una grande storia comune, ma sotto alle loro stelle vivono tre miliardi di esseri umani: poco meno della metà della popolazione mondiale. Mentre il vecchio continente si sta spopolando.

È difficile che si mettano d’accordo. La Cina è il dominus incontrastato: il suo prodotto interno lordo è quaranta volte più alto di quello sudafricano. L’India ha una quota di ricchezza quattro volte inferiore a quella di Pechino, ma presto la supererà in popolazione. Difficile pensare che Mosca si assoggetti volontariamente alla prepotente forza economica di Pechino.

Insomma se i Brics, più che sulla moneta unica, si mettessero davvero d’accordo coordinando in qualche modo le loro economie e commerci, rappresenterebbero un blocco di giganti rispetto ai nani europei. È questo il messaggio che sottintende Putin quando parla di moneta unica. E per di più lo fa prendendo a suo punto di riferimento il biglietto americano: quello europeo neanche lo considera. Si ripete a pappagallo che questo sia un buon motivo perché l’Europa sia unita.

Sì, certo. Ma per fare cosa? Se l’unanimità è usata per uccidere la nostra industria più avanzata in termini competitivi nel mondo, cioè quella dell’automotive o per annientare la nostra cultura e le nostre tradizioni, beh allora i numeri e le dimensioni relegheranno il vecchio continente ad un declino, che non sarà lento e inesorabile, ma veloce anche se evitabile.

Nicola Porro, Il Giornale 23 giugno 2022