Una piazza, cento idee. I Serra Boys fanno ride

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Serra UE

Dio mio, giuro che il Sabato Europeista del federale Michele Serra è una soffiata di gioventù, tutti a dividersi scannarsi scazzarsi scazzottarsi come alle assemblee studentesche dei miei 16 anni.

Dio mio no, questi sono catafratti al tempo, si riproducono sempre uguali come le spore, le muffe, dagli solo un pretesto per contarsi e loro lo useranno per aprire le cataratte del ridicolo. Il rentier dell’amata amaca la aveva pensata buona: una bella adunata servile per l’Europa dove dare mascelluta prova di ortodossia istituzionale, il potere di servire; è partito lo stampede, la mandria bovina in ordine sparso, ciascuno a perdersi per i fatti suoi, come cantava Vasco Rossi, ma a passo di carica: Prodi per la Cina, Anpi per Stalin, Elena Cattaneo per “la scienza”, Scurati per se stesso, Ella contro se stessa, ce ne fossero due che van d’accordo o almeno di conserva: chissà chi finirà con un piccone in testa a Città del Messico. La inesorabile propensione comunista a tagliuzzarsi con le lame della spocchia e della psicosi di chi si crede depositario dell’unica comprensione del reale, l’incurabile protomarxismo alla puttanesca che farebbe dire a Mao: grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è fetente; la riassume un illuminante intervento sul fascistissimo X di Brando Benifei, il piddino dalla eurochioma fronzuta:
“Il @pdnetwork sostiene la #difesa europea e i necessari investimenti ma vuole spingere per una maggiore condivisione nella produzione industriale, nell’interoperabilità e nel reperimento delle risorse finanziarie.
Questo ha portato ad avere alcune valutazioni differenti fra noi, ma nessuna espressione contraria allo sviluppo di una nuova politica di difesa e #sicurezza comune, soprattutto vista la situazione di urgenza dettata dal mutato contesto geopolitico e dalle politiche della nuova amministrazione #USA.
Preoccupa che fra le forze di governo la Lega abbia votato contro un progetto così importante, criticabile sotto diversi aspetti ma su cui è necessario continuare a lavorare con serietà, sapendo che dal vicepremier #Salvini e dai suoi parlamentari dipende la tenuta del nostro esecutivo. Spero che per fare qualche piacere a #Trump non arrivi da chi guida il nostro Paese una spinta a frenare una #sovranità comune europea per accontentarsi soltanto di continuare ad acquistare armamenti dagli americani senza nessuna prospettiva strategica”.

Qui la chiosa è una volata a due, potrebbe spuntarla al fotofinish il fiorentin sottocuoco Giovannone “un ho capito un cazzo!” come er braciola romano Ennio Antonelli “ma che cazzo stai a dì!”.

La logica armocromista della sinistra sentimentale, dalle vaghe stelle dell’orsa, sconta la sua eterogenei dei fini: vennero per contarsi e andarono scontati. Scontrati tutti contro tutti. Ma diranno che sono articolati, loro, sono sottili, sofistici e il mondo non li capisce.

Il business, scusate, lapsus comunista, il busillis in realtà è molto semplice: i pacifisti di ieri diventano i guerrafondai di domani e viceversa, dipende dal caso specifico, dal soggetto, come sempre, e dunque dalla convenienza ideologica e quindi pratica. Qui in ballo c’è il Putin che la sinistra nostalgica non sa se considerare dittatore o inviato da Dio, e non mettendosi d’accordo si arrampicano sul fumo. Fosse stato di dare addosso all’America imperialista, trumpiana, vedi come stavano tutti graniticamente d’accordo (per la descrizione di un attimo, poi subito a frazionarsi).

Segno dei tempi, la confusione tattica nella confusione esistenziale, a Matrioska. Serra, un umorista decaduto, si inventa il sabato nel cerchio di fuoco della Baronessa Ursula ma tutto si risolve in una disfatta anticipata. E per cosa? Per l’Unione della rovina trentennale che oggi vuole imporre prelievi forzati dai conti correnti, per l’ennesima prepotenza affaristico di stampo autoritario. Per una astrazione che riporta alla tetra profezia biblica: «prenderà i vostri figli per destinarli ai propri carri e ai propri cavalli perché arino la sua aratura e mietano la sua messe, prenderà il meglio dei vostri campi, preleverà la decima del vostro bestiame e voi stessi gli diverrete schiavi». E secondo Serra dovremmo pure ringraziarla in processione.

Max del Papa, 14 marzo 2025

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