È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto legge varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 25 novembre. Con questo provvedimento si prevede l’obbligo vaccinale per il personale scolastico a partire dal 15 dicembre. Ma nonostante l’obbligo, c’è chi è disposto a rinunciare anche al lavoro pur di tutelare la libertà di scelta. “Spiegherò ai ragazzi che la prof è sana, ma nonostante questo la prof viene sospesa perché non accetta un obbligo del governo. Perché la prof che è sana viene allontanata dalla scuola? Ha commesso un crimine?”
Queste le parole di una professoressa contraria all’obbligo vaccinale per docenti e Ata in un servizio di La7. E continua: “In famiglia siamo in cinque, nessuno è vaccinato. Quando c’è stata la conferenza stampa di Draghi, mio figlio mi ha detto, forse è il momento di essere mercenari più che eroi. Forse varrebbe la pena di vaccinarsi. Io gli ho detto finché hai sedici anni, non ti vaccini. Mio marito lavora in un supermercato, quindi lui andrà avanti a tamponi. Entro il 15 dicembre dovrò vaccinarmi, ma in coerenza con la mia posizione, non mi vaccinerò ed affronterò la sospensione. Come vivere? Ora vedremo! Se il vaccino protegge, perché la persona vaccinata dovrebbe sentirsi minacciata da me?”
Oltre ai danni economici e la stretta dei consumi che causerà il super green pass, a peggiorare le cose, arriverà a breve l’obbligo vaccinale per determinate categorie. Ovvio che molti scettici sull’efficacia del vaccino preferiranno perdere il lavoro, piuttosto che offrire il loro corpo alla somministrazione di un farmaco non desiderato, con tutte le conseguenze di riflesso sull’economia reale. La strada migliore è certamente quella di lasciare la libertà di scelta vaccinale, senza lacci e laccetti, infondendo fiducia nella terapia vaccinale preventiva a chi è dubbioso. È anomalo pensare di tutelare la salute attraverso la coercizione che comporta l’inevitabile povertà economica per alcuni cittadini.
Il primo articolo della Costituzione tutela il lavoro ed il terzo vieta di attivare forme di discriminazione. Non basta urlare slogan in favore della tutela della salute per giustificare ogni azione politica. Innanzitutto cos’è la tutela della salute? Secondo la Costituzione dell’Oms, l’obiettivo dell’Organizzazione è “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”, definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”.
In una nazione civile e democratica è necessario tutelare le libertà personali e la salute collettiva allo stesso modo, senza far entrare in conflitto i due diritti naturali dell’uomo.
Carlo Toto, 1° dicembre 2021