Una cosa è pretendere che il procuratore, se in possesso di prove a tutela dell’indagato, le produca (cosa, peraltro, che non sarebbe avvenuta a Milano nel processo Eni), una cosa obbligarlo ad avere anche la testa del giudice terzo.
Chi ha pensato questa norma pensa di vivere in un altro mondo. Con una sua decisione la corte di Assise di Palermo ha fatto molto di più di una riforma che non c’è.
Nicola Porro, Il Giornale 24 settembre 2021