Il Washington Post rimuove dal sito la vignetta sugli scudi umani di Hamas? E perché mai? Ma come? Ogni giorno, seguendo i vari talk c’è sempre qualcuno tra gli ospiti che racconta e sottolinea l’utilizzo di scudi umani da parte di Hamas e questo senza essere censurato. Probabilmente è una verità che a parole magari non scuote le coscienze della gente ma che diventa cassa di risonanza se viene spiegata tramite un disegno. Una vignetta.
Ecco perché io ho scelto di parlare con le illustrazioni. Arrivano dirette dentro l’anima come un “missile”. Sono sempre più convinto che, se di buon gusto e senza offese, la vignetta sia il mezzo di comunicazione più efficace e diretto di sempre.
Signed prints are available here: https://t.co/JUc3diRCAY
Newsletter: https://t.co/8dM9hIiIzx pic.twitter.com/BQKZ5SCaov— Michael Ramirez (@Ramireztoons) November 12, 2023
La vignetta, Scudi umani”, ritirata dal Wp: si vede un portavoce di Hamas che dice: “Come osa Israele attaccare i civili”. Una donna spaventata e quattro bambini piccoli sono legati con una corda al suo corpo.
La libertà di espressione? In questo caso è venuta meno. La vignetta è quell’insieme di tante, tantissime parole che rientrano tutte in un’unica figura. Dovrebbe essere divulgata da siti web, social, giornali e tv, ma mai ritirata. Si può bannare la volgarità o la bugia quando è palese. Credo fermamente che la vignetta in questione sia la rappresentazione del pensiero della maggior parte di chi sta seguendo questa atroce guerra.
A questo punto posso solo dire che la censura è solamente applicata laddove c’è verità. Andreotti una volta disse: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina”. Avere la presunzione di ritirare una vignetta perché ritenuta razzista è davvero riprovevole. Ecco questa è la vera vergogna.
Concludo dicendo che secondo me si parla sempre troppo di guerra e poco di pace.
Beppe Fantin, 13 novembre 2023
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L’editore esecutivo del Washington Post, Sally Buzbee, in una lettera interna alla redazione si era giustificato così per la scelta di aver pubblicato e poi rimosso la vignetta: “Una vignetta pubblicata da Michael Ramirez sulla guerra a Gaza, di cui ho approvato la pubblicazione, è stata considerata razzista da molti lettori. Non era questo il mio intento. Ho visto il disegno come una caricatura di un individuo specifico, il portavoce di Hamas, che celebrava gli attacchi contro i civili disarmati in Israele. Tuttavia, la reazione all’immagine mi ha convinto che mi ero perso qualcosa di profondo e divisivo, e me ne pento. La nostra sezione ha lo scopo di trovare punti in comune, comprendere i legami che ci tengono uniti, anche nei momenti più bui. Con questo spirito abbiamo rimosso il disegno. Stiamo anche promuovendo una selezione di risposte alla caricatura. E continueremo a rendere la sezione sede di una serie di punti di vista e prospettive, comprese quelle che sfidano i lettori. Questo è lo spirito del giornalismo d’opinione, muoversi imperfettamente verso uno scambio di idee costruttivo a tutta la velocità possibile, ascoltando e imparando lungo il percorso”.