Ormai è il caso dell’uccisione dell’orsa Amarena a riempire le pagine dei giornali. Dopo il polverone delle scorse settimane, sollevato per la pubblicazione del libro (Il Mondo al Contrario) del generale Roberto Vannacci, la frangia ambientalista e animalista è tornata all’attacco e ha trovato un nuovo capro espiatorio: non poteva che essere l’uomo, da una parte colpevole della distruzione del pianeta e dall’altra un assassino.
Orsa Amarena, i fatti
Ma riprendiamo i fatti. Dopo essere uscita dall’area del Parco nazionale d’Abruzzo, un abitante di San Benedetto si è ritrovato l’esemplare all’interno della sua proprietà privata alle 23 circa. Come affermato dal diretto interessato, lo sparo del fucile (legittimamente detenuto) è stato causato dalla paura, dai potenziali pericoli che potrebbe comportare un orso uscito da un Parco e ritrovatosi a due passi da un abitante.
Per approfondire:
- Orsa Amarena uccisa: un atto vile
- Occhio a puntare il dito: cosa non torna sulla morte dell’orsa Amarena
L’uccisione ha scatenato un putiferio. Gli animalisti ci hanno spiegato che l’orsa Amarena, in realtà, conviveva tranquillamente con l’uomo. Un appunto che, però, lascia questioni aperte: l’uomo come avrebbe potuto sapere che l’esemplare fosse innocuo? E ancora, come avrebbe potuto escludere che non si trattasse di un nuovo Jj4? Domande che rimangono aperte, ma non per l’esperto scientifico Mario Tozzi, che dalle colonne de La Stampa ci spiega come sia l’uomo “il vero pericolo per gli esseri viventi”. Insomma, l’orsa Amarena sarebbe “vittima di una deriva perversa“, alimentando pure un rischio di sopravvivenza per i due cuccioli, fuggiti dopo la morte dell’animale.
“I cuccioli stanno bene”
Peccato però, a distanza di soli cinque giorni, che le previsioni di Tozzi (ancora una volta) siano state smentite dai fatti. Poche ore fa, infatti, i cuccioli di otto mesi sono stati ritrovati, ma attenzione: il Parco nazionale ha già annunciato che non verranno catturati. Non solo stanno bene, ma sono pure indipendenti. Sono stati avvistati dagli agenti di pattuglia del Parco nazionale d’Abruzzo intorno alle 23.30 di ieri sera. Dopo essersi arrampicati sugli alberi e aver mangiato alcune mele, hanno giocato insieme per alcuni minuti e poi si sono allontanati.
Il tutto ha portato lo stesso direttore del Parco ad affermare di volere lasciare liberi i due orsetti, manifestando chiaramente l’intenzione di “non tenerli in cattività”. Insomma, non c’è nessun pericolo di vita per i due animali, né alcune “deriva perversa”. Quest’ultima pare sia presente solo nella mente di qualche ultrà animalista.