Il professor Luca Richeldi, direttore di Pneumologia all’Ospedale Gemelli di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico, ha recentemente dichiarato che coloro che si vaccinano al 90% non sono infettivi. Il restante 10% di probabilità nel trasmettere il virus ammanta la medicina di un grado di incertezza che attesta l’inaccessibilità al rischio zero, imponendo una strategia di convivenza con l’insidia del contagio. D’altronde il governo di Mario Draghi si genera dall’esigenza di riconoscere la pari dignità della crisi economica rispetto a quella sanitaria, con quest’ultima che sta egemonizzando la gestione dell’emergenza pandemica. Se l’ex banchiere centrale vuole adempiere al suo mandato originario dovrebbe accelerare il processo che affranchi i cittadini dalle catene opprimenti delle chiusure indiscriminate, che ci vincolano nella mobilità e ci inibiscono le interazioni fisiche.
Per giugno dobbiamo raggiungere non l’immunità “di” gregge, ma l’immunità “dal” gregge per liberarci dalla irragionevole passività e sottomissione ai fanatici del lockdown che si identificano nel ministro Roberto Speranza. Pertanto, si proceda a somministrare la salvifica dose a tutte le categorie a rischio, come gli over 70 e le persone affette da patologie, dimodoché i vaccinati non saranno infettivi nei confronti dei non vaccinati. Quest’ultima porzione di cittadini, al netto della componente più fragile messa al sicuro dalla profilassi vaccinale, è statisticamente irrilevante alla letalità del Covid.
Dunque, si agisca per salvare la stagione estiva, rinunciando al paternalismo blaterante degli inetti e applicando misure compatibili con il ritorno alla normalità.
Andrea Amata, 3 aprile 2021