Tufekci cita a mo’ di esempio le spiagge che, dice, sono “probabilmente il posto più sicuro in cui si ci si può trovare in una pandemia” e che pure sono state additate come luoghi a rischio contagio. Da qui la domanda: ha senso sconsigliare (o impedire) alle persone di frequentare parchi, spiagge e altri ambienti all’aperto? Secondo la sociologa le autorità dovrebbero smetterla di ragionare in termini paternalistici. “Non stiamo parlando di bambini piccoli, ma di adulti” che andrebbero messi al corrente dei rischi affinché, osserva Tufekci, siano in grado di decidere da soli se una situazione può essere o meno di pericolo.