Usa, lo strano caso: perché nessuno può candidarsi (oltre Trump e Biden)

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L’ex governatore del Minnesota Jesse Ventura – riferisce The Hill – ha detto che potrebbe battere sia Joe Biden che Donald Trump in un ipotetico confronto elettorale.
“Se avessi diritto di voto in tutti gli Stati e mi fosse permesso di partecipare ai dibattiti”, ha sostenuto, “potrei sconfiggere i candidati dei due partiti maggiori”.

Malgrado il pulpito dal quale viene la predica (un uomo politico decisamente di seconda schiera che ha avuto successo in Minnesota a cavallo dei due millenni per via della fama conquistata da wrestler sui ring e soprattutto in quanto proposto dall’allora significativo Reform Party di Ross Perot), importanti le sue parole perché evidenziano la reale impossibilità anche solo di proporsi seriamente nel sistema elettorale americano per un terzo che intenda rappresentare una alternativa.

Dovrebbe il desso, per cominciare, superare gli sbarramenti procedurali creati da repubblicani e democratici negli Stati per riuscire ad essere incluso nelle schede ed inoltre ottenere di partecipare ai dibattiti televisivi ai quali solo avendo addirittura un quindici per cento di gradimento nei sondaggi nazionali (per di più fortemente condizionati se non proprio pilotati) si ha accesso.

Un percorso che praticamente nessuno – fallì perfino il citato plurimiliardario texano Ross Perot che non conquistò neppure uno Stato da indipendente nel 1992 come alla testa di un movimento fondato ad hoc quattro anni dopo – può intraprendere con reali speranze di riuscita.

Mauro della Porta Raffo
Presidente onorario della Fondazione Italia USA

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