Forse nessun argomento come quello concernente l’utero in affitto, al centro della discussione di questi giorni, è significativo ed esemplare per farci riflettere sullo “spirito del tempo”. Almeno per due motivi: per capire, da una parte, cosa è appunto in gioco nell’attuale momento storico e, dall’altra, per ben focalizzare la deriva della sinistra, a cominciare da quella italiana che fa capo ad Elly Schlein.
Il fatto che la neosegretaria del Partito democratico sia in questo momento decisamente ambigua sul tema non deve trarre in inganno. L’ambiguità è solo tattica, dettata dalla necessità di non spaccare il partito, soprattutto forse nella residua componente cattolica. Quanto alle sue idee a favore della maternità surrogata, la Schlein si era già chiaramente espressa in un recente passato. Non poteva essere altrimenti essendo lei la quintessenza di quella sinistra liberal, globalista e dei diritti che è ormai predominante nelle élites occidentali: la sinistra, per intenderci, dell’“ogni bisogno è un diritto”.
Ora che questa sinistra converga, in nome della libertà, di una falsa libertà, col liberismo estremo dell’“è tutto mercato” o dell’ “è tutto in vendita” non deve meravigliare più di tanto. Il liberismo classico, morale, della libera iniziativa e dei piccoli produttori, quello che tanto piaceva a un Luigi Einaudi, è stato oggi soppiantato da una teologia economicistica e mercatista che vuole appunto adeguare l’offerta al mercato dei bisogni/diritti. Ed anche generare certi bisogni attraverso le tecniche di persuasione morale e pubblicitaria.
Per approfondire
- Utero in affitto, il mercato non ha sempre ragione
- “È sempre comprarsi un bimbo”. Rico smonta i fan dell’utero in affitto
- L’utero in affitto è un obbrobrio (e un errore del Pd)
Oggi LGBTQ+ e annessi surrogati (fra cui quello della maternità) è anche moda, fa trendy. Questo nuovo liberismo, riducendo l’uomo a materiale umano, ha bisogno di fluidità, di abbattimento di ogni frontiera, fisica ma in ultima analisi anche morale. Quanto alla sinistra, sappiamo che Stefano Bonaccini, il candidato uscito sconfitto dalle primarie del Pd, è contrario all’utero in affitto, come lo sarebbe stato naturalmente ogni vecchio socialista o comunista. E come lo è un Marco Rizzo, implacabile critico della Schlein da posizioni veterocomuniste. Le loro posizioni sono oggi minoritarie a sinistra, almeno a livello di classe dirigente. In ogni caso, si può dire che quelle che si fronteggiano siano anche oggi, come sempre, “due sinistre”, ma con una differenza rilevantissima rispetto a ieri.
In passato, “massimalisti” e “riformisti” facevano comunque riferimento, infatti, ad un unico orizzonte mentale, che era quello del marxismo inteso come lotta di classe o per l’emancipazione sociale ed economica dei lavoratori. Oggi le “due” sinistre che si combattono mettono invece in discussione proprio questo orizzonte comune, avendo una di esse, quella à la Schlein, sostituito l’“emancipazione” individuale a quella sociale. Emanciparsi individualmente significa affrancarsi non dal bisogno ma dai capricci, cioè proprio da quell’elemento su cui lavora il neocapitalismo della finanza e delle grandi multinazionali. Nato per trasformare il mondo, la sinistra è stata trasformata dal mondo. Il mondo fluido e in continua trasformazione a cui la sinistra si adeguata è il mondo della nulla di senso, cioè del relativismo assoluto e del nichilismo.
Corrado Ocone, 23 marzo 2023