Le autorità inglese hanno bloccato il finanziamento da 2 milioni di sterline destinato alla moschea Green Lane di Birmingham. Il motivo, come racconta il Daily Mail, è il video in cui l’imam della moschea, Sheikh Zakaullah Saleem, espone nel suo sermone i metodi per lapidare una donna accusata di adulterio.
Nel video, diventato in poche ore virale sui social, l’imam si rivolge ai fedeli spiegando che la condannata deve essere “sepolta fino alla vita” per “salvaguardarne il pudore”, e solo dopo dare inizio alla barbara pratica della lapidazione. In un altro sermone, secondo quanto riportato sempre dal quotidiano inglese, Salleem avrebbe poi esortato il governo britannico a intraprendere azioni legali contro un’insegnante che aveva mostrato immagini del profeta Maometto in classe, un fatto che per la religione islamica è considerato offensivo.
Ma non finisce qui. Un altro imam, Abu Mustafa Rayyan, ha sostenuto in un sermone che una donna deve sempre essere disponibile a soddisfare i “bisogni fisici” del marito, dando luogo ad accuse di istigazione alla violenza domestica e al concetto di “stupro matrimoniale”. Inoltre, un terzo imam, Abu Usamah al-Thahabi, ha paragonato Shamima Begum – la nota “sposa” britannica dello Stato Islamico che sta cercando di tornare in Gran Bretagna – a giovani vittime bianche di bande di predatori sessuali asiatici nel nord dell’Inghilterra.
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Nonostante le numerose accuse, la moschea di Green Lane si difende sostenendo che le dichiarazioni dell’imam Saleem siano state estrapolate dal contesto. Inoltre, la stessa moschea ha dichiarato che l’imam “non ha suggerito che queste pratiche abbiano luogo nella società britannica”. Una vicenda inquietante che ha sollevato diverse polemiche e dubbi sulla gestione dei fondi pubblici e sulla necessità di un approfondito controllo delle attività, nonché dei sermoni tenuti nelle moschee del Regno Unito.