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Vaccinazione di massa, il mistero dello stop negli Usa

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di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Mentre Draghi invoca la vaccinazione universale, in Usa il ritmo di vaccinazione è crollato ed è un decimo di quello europeo e più basso anche di quello in Cina, Russia o India.

Al momento gli USA, nonostante abbiano iniziato subito dopo Israele e assieme allo UK, si sono fermati al 61% che ha ricevuto due dosi contro percentuali che stanno arrivando all’80% in Europa (con punto del 90% in Norvegia o Islanda) ed è la percentuale più bassa ora del mondo industriale, persino del Giappone.

Cosa succede? Perché il governo Biden, che è impegnato quanto quello Macron o Draghi nel voler vaccinare tutti, non riesce a far passare la linea della vaccinazione di massa e non riesce a imporre il #GreenPass? Vediamo dai fatti più che delle opinioni, nostre o di altri perché i fatti sono sempre la cosa più interessante e che spesso manca alla stampa italiana quando sono in contraddizione con la linea di Draghi (avevate letto che in USA il ritmo di vaccinazione si è quasi fermato e che sono solo al 61% di vaccinati?).

Informazione plurale

Ieri, ad esempio, il Wall Street Journal aveva un editoriale critico sul green pass o obbligo di vaccinazione di massa dal titolo non ambiguo: “L’obbligo di vaccinazione non può fermare il contagio”. Sarebbe come se IlSole24ore optasse per un editoriale che spiegasse che il #GreenPass è inutile. il direttore sarebbe radia dall’ordine dei giornalai e costretto ad emigrare in Bielorussia.

In TV, perlomeno sulla Fox, ci sono show importanti come quello di Tucker Carlson e Laura Ingraham che ospitano commentatori che in Italia sarebbero catalogati “anti-vax” come, ad esempio, Alex Berenson o Robert Malone o Peter McCulloch e altri che parlano dei danni della vaccinazione. Il podcast su temi sociali più diffuso in America, quello di Joe Rogan, (100 milioni di dollari l’anno di compenso perché ha circa 10 milioni di ascoltatori) ha ospitato nel suo show microbiologi come Bret Weinstein e medici come Peter Korry e altri che spiegavano come la Covid-19 si curi con l’Ivermectina. Ve lo immaginate Robert Malone intervistato da “bocca di rosa” a Otto e mezzo?

Joe Rogan ha dichiarato che non si vaccinava perché esistono cure meno pericolose dei vaccini Pfizer. Un mese fa, Rogan che ha 54 anni, ha preso la malattia e ha avuto febbre alta per cui grandi media hanno riportato notizia del “novax ammalato di Covid”.  Rogan è uscito in video a parlare come si stava curando a casa con una combinazione di Ivermectina, Idrossiclorochina e Anticorpi Monoclonali e ha mostrato come nello spazio di due giorni, da domenica a martedì, si era già ripreso.

Sul fronte politico, Il governatore della Florida repubblicano Ron DeSantis ha imposto multe di 5 mila dollari alle aziende o enti o altri che impongano la vaccinazione (e anche le mascherine). Lo stesso avviene in Texas, dove il governo locale vieta ogni forma di imposizione, anche di mascherine.

Il governo Biden cerca invece e, così i governatori Democatici (ad esempio a New York), di imporre il green pass, ad esempio ai militari e impiegati federali ma ha difficoltà politiche perché nella comunità afroamericana la percentuale di vaccinazione è bassissima. Come si sa gli afroamericani sono intoccabili per i Democratici e imporre una forma di discriminazione nell’accesso al lavoro o servizi sarebbe oltre che sbagliato (dal nostro punto di vista) politicamente impossibile.

Uno dei motivi per cui tra gli afroamericani la vaccinazione è bassa è che personalità dello spettacolo con milioni di “followers” sono scettiche e dichiarano di non vaccinarsi, ad esempio Nicki Minaj (137 milioni di followers su Instagram) che parla di danni della vaccinazione. Nel mondo dello spettacolo in Italia non c’è bisogno di sottolineare che non succede, mentre in UK c’è Eric Clapton che per la prima volta in vita sua ha composto canzoni politiche contro il lockdown e la vaccinazione forzata.

Danni dei vaccini, il cortocirucito ABC

Un caso clamoroso è quello della rete ABC, che è molto provax e pro-Biden, ma a Detroit la settimana scorsa ha invitato gli utenti a raccontare storie di non vaccinati “pentiti” cioè di conoscenti o parenti “novax” poi ammalati di Covid o morti che appunto si sono pentiti della loro scelta. I giornali italiani sembrano trovarne di continuo. È successo però che in 24 ore la pagina Facebook di ABC Detroit si è riempito di 39mila messaggi, quasi tutti sui danni, paralisi, morte o disabilità causati dai vaccini come si può controllare qui andando a leggerli https://m.facebook.com/wxyzdetroit/photos/a.461583946134/10158207966696135/?type=3&source=48

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