Cronaca

Vaccini, che pochezza l’abiura di Galli su Foa

galli foa

Non si placa la polemica su Giù la maschera, programma radiofonico della Rai condotto da Marcello Foa, quest’ultimo reo di aver invitato a discutere con Massimo Galli, ortodosso doc del terrore virale, un eretico del calibro di Massimo Citro, medico assai critico sui vaccini a mRna e sulla strategia complessiva della pandemia.

In prima linea ad alzare il suo illuminato ditino, come abbiamo già scritto, si è immediatamente distinto Roberto Burioni, il quale ha immediatamente scomunicato via social chiunque avesse organizzato e partecipato alla citata eresia in diretta, mamma Rai compresa, affermando implicitamente che sulla scienza degli stregoni del Covid-19 la libertà di espressione non dovrebbe esistere

Tant’è che lo stesso Galli, anch’egli evidentemente poco avvezzo al confronto democratico, ha pubblicamente manifestato la sua abiura. Lo ha fatto innanzitutto rispondendo direttamente a Burioni sul suo profilo Twitter con parole inequivocabili: “Il prof. Burioni si dispiace della mia partecipazione alla trasmissione di Foa che ha dato spazio, dopo di me, a un no vax. Mai quanto me ne dispiaccio io, che non ne ero stato minimamente informato. Avrei in questo caso certamente declinato l’invito.”  Immediata la soddisfatta replica del virologo pesarese: “Anche a me accadde la stessa cosa tanti anni fa. Un caro saluto a Massimo Galli.”

Come vediamo, si tratta di una impressionante conferma del dogma scientista che ha contribuito in maniera determinante a demolire, nei lunghi anni dell’inverno virale, ogni forma di pensiero critico, tanto da far ritenere assolutamente inaccettabile qualsiasi contatto dialettico con chiunque non fosse completamente allineato con il medesimo e oscuro dogma scientista. Un simile atteggiamento, con le debite proporzioni, caratterizzava la popolazione russa durante il periodo più feroce della purghe staliniste. In quel periodo, per l’appunto, persino un minimo contatto o una semplice conoscenza con i soggetti accusati di attività anti-sovietica era sufficiente per subire la medesima, drammatica sorte.

D’altro canto, dato che la storia si ripete sempre, dal momento che sono sempre gli uomini a determinarla, l’opprimente regime sanitario che ci ha tolto molte libertà costituzionali, arrivando ad imporci un lasciapassare simile a quelli in vigore nel regno sanguinario di Stalin, ha spesso assunto i connotati di una spietata dittatura. E come tutte le dittature, una volta finite, restano sempre i nostalgici che le rimpiangono. Ogni riferimento ai Galli e ai Burioni è puramente casuale.

Claudio Romiti, 25 settembre 2023