Quello che distingue una democrazia da un regime è che nella democrazia il popolo elegge i suoi rappresentanti, mentre nel regime è il regime stesso che li seleziona e impedisce ai suoi avversari, gli oppositori, di partecipare alle cariche elettive. In genere, il destino degli oppositori in un regime porta a due soluzioni: l’esilio o l’imprigionamento. In alternativa, finché esistono le condizioni, l’attività politica si fa clandestina. Più la democrazia si svuota, e più diminuisce lo spazio di tolleranza del dissenso. Questo è il primo campanello per valutare la tenuta di ogni democrazia.
L’uso del ricatto
Immaginiamo per un attimo che il Covid, con tutte le sue restrizioni e imposizioni a base di decretazioni d’urgenza e votazioni sulla fiducia, possa essere utilizzato, in tutto il mondo, per rimpiazzare la democrazia con un regime in una maniera “soft”, che poi tanto soft non è. Ogni colpo di Stato, bianco o nero che sia, si impone attraverso il ricatto, la sopraffazione e la violenza, anche solo violenza del diritto, per imporre le sue regole al consesso democratico vigente (seppur morente). Bene, a cosa stiamo assistendo oggi se non ad una “selezione naturale”, imposta dall’obbligo vaccinale, non soltanto della classe politica – il che in un Paese democratico dovrebbe far scattare immediatamente un’allerta della Corte Costituzionale, dato che il mandato elettorale è la più alta forma di rappresentazione della democrazia – ma dell’intera classe dirigente del nostro Paese.
Insegnanti, medici, forze dell’ordine, giudici e chiunque non obbedisca, in qualsiasi settore, a un’imposizione che non affonda le sue basi nella scienza – essendo il vaccino Covid non sterilizzante e quindi non in grado di realizzare alcuna immunità di gregge (come improvvidamente gli “esperti”, scelti dal governo, ci hanno raccontato per mesi – viene letteralmente esiliato dal consesso civile e sociale. Migliaia di persone sono espulse, in queste ore, dal mondo del lavoro, e dalle istituzioni stesse, trasformando il rifiuto alla puntura, perfettamente legale poiché non esiste alcun obbligo vaccinale (se non un ricatto), in un’arma doppiamente utile a chiunque voglia trasformare la democrazia, lentamente svuotata, in un regime.
Perché privarsi di chiunque dissente significa, nella realtà dei fatti, formare una società, una scuola, un apparato di sicurezza e di giustizia, e persino un Parlamento in cui a chi si oppone, lessicalmente ad un’opposizione, è impedito non solo di parlare, e quindi di svolgere il pieno mandato per cui è stata eletta da milioni di cittadini, ma finanche di accedere a qualsiasi spazio di agibilità politica, nel presente e in futuro.