La carta del “pericolo sanitario”
Durante il fascismo, l’unico modo per impedire agli oppositori del Duce di prendere parola e di proseguire nel loro mandato era assassinarli. Oggi, se il Covid venisse usato come arma politica, per mettere fuori gioco gli oppositori basterebbe tirare fuori la carta del pericolo sanitario. E attenzione, questo nonostante ci siano milioni di italiani guariti dal virus, senza passare per le terapie intensive, e a dispetto del fatto che anche persone ultra ottuagenarie con gravi patologie (tra cui Berlusconi, Bertolaso e altri) si siano ammalati di Covid, siano stati curati e siano stati guariti. Non grazie a dei santoni ma grazie a terapie e a farmaci che hanno funzionato.
La dittatura del pensiero unico
Abbiamo ragionato su una semplice ipotesi, perché tutti sappiamo che mai a nessuno verrebbe in mente di usare il Covid per cucirsi una democrazia “su misura”. Ci consola sapere che, semmai questo accadesse, esisterebbero forti contro-poteri: i magistrati, eccetto quelli che hanno dovuto abbandonare la toga perché non vaccinati; il presidente della Corte Costituzionale, anche se appena insediato si è dichiarato a favore dell’obbligo vaccinale, prima ancora che il dibattito fosse aperto; il Presidente della Repubblica, che in ogni apparizione invita a vaccinarsi come “obbligo morale”, a dispetto della scienza e della razionalità.
Insomma, i contropoteri attivi conto un’eventuale ipotesi di un regime sanitario dittatoriale imposto da un governo tecnocrate, sulla Carta esistono. Anche se, fuori dalla Carta e quindi nel contesto reale, oggi appaiono poco inclini al pluralismo e alla tolleranza di qualsiasi pensiero difforme dal solco tracciato da Palazzo Chigi. E allora, nasce il dubbio: dove vige un unico pensiero, ai vertici di uno Stato, si può ancora dire che viga una democrazia?
Beatrice Nencha, 18 dicembre 2021