Vaccini e booster, Oms ed Ema iniziano a dubitare

L’allarme di Ema e Oms: non si può andare avanti all’infinito con le dosi booster. E chiedono nuovi vaccini

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La domanda è: siamo sicuri che la terza dose con questi vaccini sarà abbastanza? Dopo che la copertura vaccinale è scesa da 12 a 6 a 4 mesi, dopo che il Ceo di Moderna ha fatto capire che con ogni probabilità il booster non durerà a lungo, dopo che Big Pharma ha promesso “vaccini aggiornati” entro marzo, ora è l’Oms a calare il carico da 11. Orizzonti bui: servino nuovi prodotti anti-covid, dice l’Organizzazione, secondo cui ripetere booster a gogo non è ad oggi una strategia praticabile.

Durante una conferenza stampa, l’Oms si è detta scettica nella possibilità di trattare il Covid come una malattia influenzale, come invece vorrebbe fare la Spagna. E tra i motivi ci sarebbe proprio una certa delusione verso la durata dei vaccini. Per l’Organizzazione Pfizer&co. non sono sufficienti a stroncare del tutto la pandemia, tanto che andrebbero sviluppati nuovi prodotti “che abbiano un alto impatto sulla prevenzione dell’infezione e della trasmissione, oltre che sulla prevenzione di malattie gravi e morte”. Il che significa, ci par di capire, che quelli attuali non vadano del tutto bene.

E qui casca l’asino. Secondo Oms continuare a ripetere richiami e dosi booster con i vaccini esistenti non è utile. Anche l’Ema (l’Agenzia del farmaco Ue) predica cautela, visto che “vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresentano una strategia sostenibile a lungo termine”. Va detto che l’Oms non ha mai visto di buon grado la terza dose, preferendo prima dirottare le risorse sui Paesi poveri, ma questa frenata sul fronte booster da parte delle più importanti autorità sanitarie del mondo è di certo una novità.

Il capo della strategia vaccinale dell’Ema, Marco Cavaleri, ha fatto notare che la possibilità di somministrare un secondo booster, in sostanza la quarta dose, utilizzando gli stessi vaccini oggi in uso, si scontra col fatto che “non sono ancora stati generati dati a sostegno di questo approccio”. Magari si potrà fare in emergenza, qualora dovessero tornare a salire i ricoveri o i decessi, e di sicuro per immunodepressi e persone fragili, “ma vaccinazioni ripetute a brevi intervalli non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine“. “Non abbiamo ancora dati sulla quarta dose per poterci esprimere – ha concluso Cavaleri – ma ci preoccupa una strategia che prevede di andare avanti con le vaccinazioni a distanza di poco tempo”.

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