Vaccini e scienza, questo pezzo di Repubblica fa venire i brividi

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Nell’articolo sul calo della fiducia nella scienza e nei vaccini che potete leggere qui, si parte subito con una descrizione estremamente dettagliata degli scettici, d’altronde quelli di La Repubblica sono conosciuti nell’ambiente giornalistico come i LeBron James dell’accuratezza. Ecco quindi un identikit: “Basso titolo di studio, senza orientamento politico o di destra, mentalità complottista”. Oh, che bello. Aria fresca. Così chiari a La Repubblica. Il tono è magnetico, un po’ rapsodico, un po’ agonistico, sembra quello dei bulli di High School Musical.

Ma proviamo ad andare avanti. Dalla ricerca “viene evidenziato che poco più di 4 italiani su 10 hanno una bassa fiducia” nella sicurezza dei vaccini”, tra questi “il 54% ha un basso titolo di studio”. In realtà, bisognerebbe dire che il 42% degli italiani ha bassa fiducia nella sicurezza dei vaccini, e questo dato è molto alto, quasi la metà degli italiani.

Bene. Ma continuiamo con la seconda proposizione: se il 54% ha un basso titolo di studio, significa che il rimanente 46% non ha un basso-titolo-di-studio, ma appartiene all’élite culturale, e tenendo conto che tra i 30-34enni solo il 26,8% è laureato (Istat), significa che il peso dei laureati è molto alto nei dubbiosi.

Continuiamo ancora con il pezzo. Chi ha bassa fiducia nella sicurezza dei vaccini è così definito: “Il 48% è schierato politicamente a destra”, quindi il restante 52% è schierato in altro modo? Centro-sinistra? Chi sono? Non si specifica nell’articolo, ma fossero davvero di centro-sinistra, sarebbe stato interessante saperlo.

Andiamo avanti: “Cala invece di 4 punti la percentuale degli italiani che pensano che le autorità pubbliche agiscano nell’interesse della comunità (59% a gennaio contro il 55% di novembre)”. Questi dati sono abbastanza molecolari, capillari, e molto preoccupanti: con la pandemia c’è stato un crollo della credibilità delle Istituzioni Pubbliche, sanitarie. Un dato devastante. Per recuperare questa fiducia ci vorrà un decennio, e una generazione molto disponibile alla coesione e alla fiducia sociale persa. È stato un disastro, stando ai dati.

Ecco allora come continua l’articolo: Tra quanti sono più scettici rispetto alla loro efficacia (3 italiani su 10) troviamo le persone con un basso titolo di studio (50%), o senza un orientamento politico (42%) o che si collocano a destra (40%) e manifestano una mentalità complottista (56%)”.

Guardiamo punto per punto. Primo: “Troviamo le persone con un basso titolo di studio (50%)”. Qui si ritorna al classico ignorante di destra, ma – anche qui – c’è un dato ombra, non dichiarato: l’altro 50% che titolo di studio ha? Evidentemente non-basso, ergo alto, ergo non siamo tutti ignoranti come veniamo descritti continuamente, anche se io un pò mi sento ignorante ogni volta che perdo tempo in letture poco utili, come questa.

Continua l’articolo: “Che si collocano a destra (40%)”. Bene, stessa contro-osservazione: e il 60% come si orienta? A sinistra? Al centro? Extraparlamentare?

Continuiamo: “E manifestano una mentalità complottista (56%)”. Oh, siamo arrivati al dunque, eccoli lì: negazionisti, complottisti, persone intolleranti al glutine e al lattosio, gli scardi della società, tutti potenziali dirimpettai di Gasmann. Sfogatevi, date stura al peggio, ma almeno definite cosa sia questa mentalità complottista, che qui – nell’articolo – non è dato sapere: chi manifesta dubbi è un complottista? Chi ascolta finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese è complottista? Chi crede a cosa esattamente rientra nel complottismo? Non è dato sapere nell’articolo e poi, per capirci il restate 44% non sarebbe complottista, e chi è quindi? Gente assennata, razionale? Immaginiamo di si, per deduzione.

Daniele Di Pietro, 15 dicembre 2024

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