Sconcertante. Difficile trovare altri modi per definire quanto emerso dalla confessione ai giudici di Roberto Speranza sui vaccini anti-Covid riportata oggi dalla Verità. Gli avvocati Antonietta Veneziano e Angelo Di Lorenzo hanno seguito il procedimento giudiziario riguardante l’ex ministro della Salute e Nicola Magrini, che per il piddino si è concluso con una archiviazione, e hanno acceso i riflettori sulle falle e sulle incongruenze. Ebbene, Speranza con i pubblici ministeri ammise di essere sempre stato a conoscenza che un quinto degli effetti avversi dei vaccini era grave.
L’occorrenza di effetti collaterali è sempre stata minimizzata pubblicamente da esperti e professoroni, se non negati. Vaccini “sicuri ed efficaci”, il ritornello ministeriale, guai a parlare delle reazioni avverse. Secondo quanto riferito da Veneziano, già dopo le prime settimane di vaccinazioni a Speranza erano arrivati segnali allarmanti, che l’ex ministro ignorò totalmente. “Incredibilmente, nel suo interrogatorio Speranza dice che lui è a conoscenza del fatto che un evento avverso su cinque di quelli segnalati ad Aifa era grave, gravissimo o addirittura mortale”, la versione del legale.
I numeri sono impressionati: il 20 per cento di casi sul totale di quelli segnalati all’Aifa, ossia solo una parte di quelli effettivamente verificatisi. Nonostante ciò, Speranza non rallentò la catena di montaggio delle iniezioni, nemmeno per i più giovani. Purtroppo il resto è storia: la morte della diciottenne Camilla Canepa, il militare Stefano Paternò stroncato da una trombosi, la prematura scomparsa dell’insegnante trentaduenne Francesca Tuscano. Quasi tutti episodi legati ad Astrazeneca. Ma non è tutto.
Ai microfoni della Verità, Di Lorenzo ha citato il caso del quarantatreenne Paternò, rimarcando che l’ex presidente Aifa Magrini avrebbe inviato al pm di Siracusa una mail, dicendo di aver parlato con Speranza, che gli avrebbe chiesto di non sequestrare o di sospendere il sequestro dei vaccini. Ingerenza vana, considerando il sequestro pressoché immediato delle dosi. Nonostante ciò, l’istigazione all’omissione di atti d’ufficio non è stata considerata punibile.
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Nonostante i dati allarmanti e gli episodi tragici, Speranza decise di tirare dritto, pronto persino a scaricare la responsabilità su qualche organismo istituzionale. La sua linea non è mai cambiata, come testimoniato del resto dalle orgogliose presentazioni del suo libro “Perché guariremo”, riveduto, corretto e ristampato. Anche lì il democratico si limita a citare “rare segnalazioni di effetti avversi”. Inutile dire altro.
Massimo Balsamo, 9 aprile 2024
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