Dovevano bastare due dosi. Poi tre giri. Infine quattro anche se lo hanno chiamato “secondo booster”. I vaccini sono come le ciliegie: una dose tira l’altra. Talmente tanto che, mentre in Italia i partiti candidano i virologi amanti di obblighi e restrizioni, in Quebec già pensano alla quinta dose di prodotto anti-Covid.
La decisione è stata presa dal premier François Legault. La campagna vaccinale per i residenti nelle Rsa e strutture per anziani era già partita qualche giorno fa. Ma ora la possibilità è stata aperta agli over 75. Dal 22 agosto anche gli over 60 e i vulnerabili potranno farsi un quinto giro di vaccino. Mentre per tutti gli altri (maggiorenni) il via libera scatterà dal 29 di agosto. Secondo il premier del Quebec, con l’inverno alle porte le persone tenderanno a stare più chiuse in casa, dunque si rischieranno maggiori contagi. E dunque che fare? Vai con la vaccinazioni a gogo, cinque mesi dopo l’ultima iniezione, sebbene case farmaceutiche e super-esperti ci avessero assicurato che con due semplici dosi, studiate secondo tutti i crismi, avremmo abbattuto mortalità e contagi. S’è visto.
Anche nella provincia canadese, un po’ come in Italia, la decisione di puntare tutto sul vaccino sta sollevando alcune polemiche. Intanto perché l’ennesima campagna vaccinale parte senza un aggiornamento del prodotto alle nuove varianti emerse nel tempo (al momento, non si sa quando saranno pronti i “nuovi” vaccini). Poi perché i numeri dei contagi e dei ricoveri non sono al momento allarmanti, sebbene gli ospedali stiano cercando di recuperare il tempo perso durante la pandemia sulle altre operazioni ed interventi. E infine perché l’opposizione chiedeva di concentrarsi anche su altro, come ad esempio i sistemi di ventilazione nelle scuole, cavallo di battaglia anche di Giorgia Meloni in Italia.
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Les personnes de peuvent prendre rendez-vous dès aujourd’hui. Les autres clientèles pourront s’inscrire à leur rendez-vous selon le calendrier ci-dessous. pic.twitter.com/yI2PnoCUpA
— Santé Québec (@sante_qc) August 16, 2022
Il direttore della Sanità Pubblica del Quebec, tal Luc Boileaur, ha però sostanzialmente gettato la maschera sulle vaccinazioni. A chi si preoccupa di quante dosi stiamo facendo e di quante altre saremo chiamati a somministrarci, ha fatto sapere che ormai contare il numero di iniezioni è inutile e superato. Bisogna considerare quanto tempo è passato dall’ultimo vaccino. In sintesi, prodotti che dovevano essere validissimi e perenni, in grado di “farci stare tra persone non contagiose”, diventano obsolete ben prima del previsto. Costringendoci di fatto all’iniezione semestrale.
Il bello, o il brutto, è che vaccinarsi a nastro non mette al sicuro nemmeno da nuovi obblighi e restrizioni. Per Boileau, infatti, al momento non serve ripristinare il green pass (tolto, in Quebec, a marzo) né l’obbligo di mascherine (soppresso tra maggio e giugno), però domani chissà. “Vedremo se ci sono situazioni che richiedono nuove misure”, ha detto Boileaur. Speriamo che i futuri viropiddini non prendano ispirazione.