Ovviamente, in questa fase non si può ancora realisticamente pensare a un’altra Europa, che passi attraverso la riscrittura dei Trattati fondamentali e sia iniettata da forti e vitali dosi di liberalismo. Pretendere però che si lavori tutti insieme, e senza arroganze, per attutire i colpi di un assetto non adeguato, non è peregrino. Ed è precisamente in quest’ottica di “programma minimo” ma indispensabile che strigliare l’Europa per quello che non ha fatto ma poteva fare, è legittimo e doveroso. E Draghi merita tutto il nostro appoggio. Prima occorre mettere in sicurezza l’edificio, e poi, solo poi, provare a mettere mano ai necessari lavori di ristrutturazione, o meglio ricostruzione.
Corrado Ocone, 25 febbraio 2021