Basterebbe un referendum per cambiare un solo articolo della nostra Costituzione, ormai radicalmente superata dagli eventi, per renderci un Paese leader nel mondo. Il nuovo articolo, appena modificato, dovrebbe recitare così: “L’Italia è una Repubblica fondata sul vaccino”. Sul vaccino inteso nella sua duplice intrinseca valenza. Ovvero quale unica arma approvata dalla Scienza per combattere l’emergenza pandemica. E, accessoriamente, normalizzare tutto l’indotto che la vaccinazione di massa genera: revival di patriottismo e di giubbe militari, retorica galoppante sull’altruismo e senso civico degli italiani, finanziamenti a pioggia per i letti Covid nelle terapie intensive e comodità di lavoro in smart working per migliaia di italiani, in gran parte dipendenti dalla Pubblica amministrazione.
Il nuovo articolo 1 sarebbe forse tacciabile di autoritarismo, da quella parte residuale ma emarginabile di italiani no-vax e no-pass, tuttavia sarebbe più che mai aderente alla società civile attuale. Questa sarebbe solo una parte, nemmeno la più rilevante, dei benefici derivanti dalla modifica del primo articolo della nostra Carta. Una “rettifica” che renderebbe più trasparente e onesta la complessità del cosiddetto “New Normal”. Invece di mantenere solo l’impalcatura formale della Costituzione, svuotandola a picconate emergenziali della sua essenza originaria, bisognerebbe avere il coraggio – e quale miglior occasione di quella attuale, con un presidente della Corte Costituzionale che alla sua prima intervista ha manifestato il suo assenso incondizionato all’obbligo vaccinale, quando ancora nessuno lo aveva prospettato – di riscriverla ex novo. Introducendo il vaccino, con annesso green pass e super pass, al primo posto della scala dei valori costituzionali, etici, civili, sociali, morali e fiscali di ogni individuo. Dalla culla alla tomba.
Trasformato il primo articolo della Carta, tutto il resto apparirebbe meno ipocrita. E si potrebbe introdurre persino una nuova norma transitoria e finale: tutti i moniti espressi dal presidente della Repubblica a reti unificate devono essere interpretati dai giudici di ogni ordine e grado quale primaria fonte legislativa. Così come ha già intuito il Tribunale civile di Milano, obbligando una quattordicenne al vaccino contro il suo volere. In questo modo la nostra Carta sarebbe perfetta e si chiuderebbe il cerchio senza bisogno di imporre alcun obbligo vaccinale formale. L’italiano conoscerebbe, fin dalla nascita, la sorte a cui è predestinato. Lo chiede la Patria e lo dispone Big Pharma. Potremmo così sbarazzarci, in un colpo solo, di una pletora di enti fotocopia: Iss, Cts, commissari vari, medici italiani e residenti all’estero. Niente più babele di dichiarazioni che confondono i cittadini ma un unico portavoce di Stato, a cui affidare solo e soltanto queste sette parole: “L’Italia è una Repubblica fondata sul vaccino”.
Questa innovativa Costituzione garantirebbe anche una crescita esponenziale del prestigio del nostro Paese nel mondo. Selezionati testimonial (editorialisti, rapper, veline di punta) renderebbero il Belpaese leader nel campo della Scienza & dell’Obbedienza. Pronti a esportarla soprattutto laddove, nell’Old Normal, vigano ancora vetusti principi di libertà di pensiero, parola e persino di cura. Anche il premier Mario Draghi potrebbe fare un atto apprezzato dalle cancellerie internazionali distribuendo questa rinvigorita Costituzione italiana a Bruxelles, allegandola in calce a tutti i nuovi trattati siglati con gli alleati extra Ue e con gli Usa. Dove, in particolare, esistono ancora alcuni giudici, sicuramente della nefasta razza dei suprematisti bianchi, che continuano a prendere a mazzate (giuridiche) gli obblighi vaccinali emanati dall’amministrazione Biden.