Possibile? Sì, è così. Anche l’Oms s’è detta critica sulla decisione dei governi (l’Italia sta solo aspettando il via libera dell’Ema) allargare agli under 12 la platea degli immunizzabili. “Non ha senso dare la dose booster ad adulti sani o vaccinare i bambini, quando nel mondo ci sono operatori sanitari, anziani e altri gruppi ad alto rischio che stanno ancora aspettando la loro prima dose”, ha spiegato il direttore. La priorità, ritiene l’Oms, dovrebbe essere frenare l’infezione in quella parte del mondo dove la vaccinazione procede con minore velocità. “Ogni giorno – ha denunciato Ghebreyesus – si somministrano 6 volte più dosi booster a livello globale rispetto alle dosi primarie nei Paesi a basso reddito. Questo è uno scandalo che va fermato”.
L’Oms, va detto, ne fa una questione di redistribuzione delle dosi, in un’ottica diciamo terzomondista su cui possono anche sorgere dei legittimi dubbi. Vaia invece mette sulla bilancia “rischi” e “benefici”. Ed è tutto un altro discorso. “In Israele – ha detto – hanno visto che ci sono casi di miocarditi nei bambini e quindi vaccinano solo i fragili. Io credo che sia saggio in questo momento vaccinare nella fascia 5-11 anni solo loro. Se dovessero cambiare le cose e avremo maggior elementi scientifici su questo tema si potrebbe pensare di estenderla a tutti. Resto favorevole gli over 12 perché hanno una maggiore socialità. La responsabilità sociale, ribadisco, non deve essere dei bambini ma degli adulti, dei genitori, dei nonni e dei docenti”.