La guerra al covid

Vaccino Covid, pubblicati i dati: ecco i guadagni di Biontech

La vendita dei vaccini su scala globale fa schizzare i ricavi dell’azienda partner di Pfizer. Per il 2022 ancora incassi record

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Mentre il mondo si concentra sulla guerra in Ucraina, sulle possibili svolte nei negoziati e sulle manovre dei leader sullo scacchiere geopolitico internazionale, il coronavirus procede imperterrito ad occupare una parte delle cronache. Non tanto per i numeri dei contagi, che non hanno ancora portato ad un incremento significativo dei ricoveri (ed è questo, in fondo, che ormai conta con la popolazione stra-vaccinata). Ma per le scelte da fare nel futuro.

Per ora sappiamo che tra due giorni scade lo stato di emergenza, il Cts si scioglie e vengono cancellate alcune restrizioni anche se la “linea-Speranza” permane (mascherine al chiuso, prudenza, green pass). Ma cosa ci riserva il futuro? Mistero. Ad alimentare questa condizione di incertezza è il fatto che nessuno ha ancora ben chiaro se e quando saremo costretti a fare la quarta dose di vaccino. Verrà inoculata a beve a anziani, giovani e piccini? Non secondo l’Aifa, che nei giorni ha escluso l’ipotesi di secondo booster per mancanza di dati convincenti. Non per molti esperti nostrani, che da tempo lanciano l’allarme su un possibile eccesso di anticorpi. Non per il governo, che per ora si limita a chiedere una improbabile “linea comune” all’intera Ue.

A spingere per la quarta dose ci sono le aziende produttrici, in particolare Pfizer, che ieri per voce del suo presidente e Ceo Albert Bourla ha commentato positivamente il via libera dell’Agenzia del farmaco Usa, la Food and Drug Administration, al secondo booster d’emergenza per gli over 50 e gli immunodepressi (dopo 4 mesi dalla terza dose). “Il nostro vaccino Covid-19 continua ad aiutare a proteggere le persone in tutto il mondo e l’attuale autorizzazione all’uso di emergenza – ha detto Bourla – L’Eua negli Stati Uniti offre agli anziani che sono più vulnerabili al virus, attraverso un’altra dose di richiamo, una protezione ripristinata”.

Resta inoltre altamente probabile, almeno a sentire chi di virus sostiene di intendersene, che un nuovo giro di valzer vaccinale ci toccherà in autunno. Magari il prodotto sarà aggiornato alle nuove versioni di Omicron (per ora siamo fermi ad Omicron 2), ma di certo a metterli a punto saranno le solite aziende che sin qui hanno segnato il mercato farmaceutico mondiale: Astrazeneca, Pfizer-Biontech, Moderna (e a seguire forse Sputinik). Società che negli ultimi due anni stanno registrando notevoli frutti economici, come comprensibile che sia.

Il gruppo tedesco BioNTech, infatti, oggi ha reso noti i suoi risultati con il bilancio 2021. I ricavi sono stati di 19 miliardi di euro (rispetto ai 482,3 milioni nel 2020), con un utile netto di 10,3 miliardi (contro i 15,2 milioni l’anno precedente). “I nostri ricavi del vaccino COVID-19 del 2021 sono stati significativamente influenzati dalle circostanze straordinarie della pandemia in corso”, ha ammesso candidamente Jens Holstein, CFO di BioNTech. Ogni azione oggi porta con sé un utile di 39,63 euro e un dividendo in contanti di 2 euro. “Il 2021 è stato un anno eccezionale durante il quale BioNTech ha avuto un impatto epocale sulla salute umana e sull’economia globale con il nostro primo vaccino approvato basato sulla nostra tecnologia mRNA”, ha affermato Ugur Sahin, MD, CEO e co-fondatore di BioNTech. Non mancheranno, ovviamente, incassi miliardari nel 2022, sempre alla voce “vaccino covid”: i ricavi stimati sono tra 13 e 17 miliardi di euro con ordini di acquisto saliti a 2,4 miliardi di dosi. Grasso che cola.

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