Uno dei principali soci del cosiddetto giornale unico del virus, la Repubblica, ha pubblicato un articolo con un titolo che è tutto un programma: “Covid, 15 milioni di vaccini da buttare. In autunno un nuovo monovalente”. Sembra, infatti, che “nei frigoriferi delle farmacie ospedaliere italiane ci siano circa 15 milioni di dosi di vaccino anti Covid destinate ad essere distrutte. Lo smaltimento avverrà non solo perché a fine anno scadranno ma anche perché già da prima diventeranno vecchie”. Tutto questo accade, in estrema sintesi, perché la pandemia batte in ritirata e gli italiani si vaccinano sempre meno.
Ma guarda un po’, registriamo con piacere che pure il giornale diretto da Maurizio Molinari è riuscito a scoprire l’acqua calda.
L’appello dell’Ema
Tuttavia, come riporta anche l’Ansa con dovizia di particolari, l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, lancia un accorato appello alle case farmaceutiche, affinché queste multinazionali, da sempre dedite al filantropismo, realizzino “entro l’autunno un vaccino anti-Covid aggiornato e che sia tarato contro le sottovarianti XBB del Sars-Cov-2.”
Ora, in questo colossale pasticcio internazionale, che vede coinvolta con tutte le scarpe la Commissione europea, non si riesce a comprendere chi interpreti il ruolo del gatto e chi quello della volpe, ma francamente cambierebbe ben poco, visto che, come ci ricorda Edoardo Bennato in una canzone di grande successo, loro sono sempre in società, ed essendo i migliori in questo campo – la tutela della salute – , ci possiamo fidare ciecamente.
Quanti soldi buttati via
Sta di fatto che, venendo al caso nostro, malgrado un danno erariale di enormi proporzioni (ricordiamo che nel febbraio di quest’anno in Italia sono scadute 122 milioni di dosi di vaccino, alias elisir di lunga vita, per un costo stimato di oltre due miliardi di euro, mica bruscolini), i geni sempre più incompresi dell’Ema, con totale nonchalance, ripartono a bomba, esortando anche i vari governi a ricominciare in autunno una vaccinazione di massa, seppur – bontà loro – concentrata sulle fasce più fragili della popolazione.
Serve ancora il vaccino anti-Covid?
Tutto questo, inoltre, viene divulgato senza mai prendere minimamente in considerazione ciò che alcuni eminenti studiosi, come il nostro Giulio Tarro e il compianto Luc Mantagnier, hanno cercato di spiegare durante gli anni bui della pandemia; ovvero che è quasi impossibile realizzare vaccini efficaci contro molti analoghi virus, come ad esempio quelli del raffreddore, perché tali virus mutano a grande velocità. Non solo, gli stessi scienziati hanno spesso sottolineato l’alta probabilità che codesti vaccini, che costano un occhio della testa per una malattia sempre meno grave anche per i suddetti fragili, tendano addirittura a forzare ulteriormente le citate mutazioni, diventando obsoleti in pochissimo tempo.
Per approfondire
In conclusione, credo che per aiutare noi sprovveduti cittadini, che ne capiamo poco di coronavirus e delle loro infinite varianti, a comprendere tutta questa disinteressata attenzione per la nostra salute, senza precedenti quanto a intensità e durata, da parte dell’Ema e di altre autorità nazionali e europee, sarebbe molto utile seguire un illuminate consiglio espresso più volte da Giovanni Falcone per combattere efficacemente la mafia: seguire la pista dei soldi. Ogni altra considerazione sarebbe a questo punto superflua.
Claudio Romiti, 28 maggio 2023