di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Ci è stato segnalato un articolo critico nei nostri confronti apparso su un sito dedicato a quanto sembra a smontare le famigerate “fake news”/. Il sito che ci ospita – e per questo viene attaccato – ci chiede di prendere posizione e lo facciamo volentieri. Butac inizia male definendo il dottor Gundry “ex cardiologo” perché ora in pensione, il che sarebbe come dire che qualunque medico (o altra figura professionale) appena andata in pensione diventi un “ex medico” o “ex oncologo” o “ex urologo” ecc… implicando che in qualche modo abbia perso la qualifica per il fatto di non lavorare più in ospedale. Uno dei due autori di questo sarà tra qualche anno ex filosofo perché andrà in pensione?
Il fatto di aver esercitato tutta la vita la professione di cardiologo e chirurgo – stiamo parlando del dott. Gundry – non viene cancellato nel momento in cui si va in pensione. Immaginiamo che quando uno dei virologi preferiti oggi in tv andasse in pensione non sarebbe presentato come “Burioni, ex virologo” o “Pregliasco, ex medico…”. Il lavoro sui rischi di problemi cardiaci associati ai vaccini a mRNA che abbiamo citato nel nostro post inquisito è quindi opera di un chirurgo e cardiologo, Stephen Gundry ed è pubblicato su “Circulation”, una rivista medica importante (Abstract 10712: Mrna COVID Vaccines Dramatically Increase Endothelial Inflammatory Markers and ACS Risk as Measured by the PULS Cardiac Test: a Warning). È pubblicato come “abstract” che è il primo stadio della pubblicazione a cui segue la “peer review”. Lo studio è stato presentato al Congresso di Cardiologia a Boston un mese fa.
Se si controlla sui motori di ricerca su Google si trovano 11 mila citazioni in cui questo studio del dott. Gundry viene discusso e su Bing 7 mila citazioni (nonché migliaia di citazioni su Twitter) e ci sono video di ricercatori come, ad esempio, il dr. Josh Campbell in Uk, uno dei più seguiti sui temi del Covid-19 (1,8 milioni di iscritti al suo canale), in cui lo discute in dettaglio. Vedi ad esempio questo video del dr, Campbell che ha avuto 2,1 milioni di visualizzazioni e 53mila commenti. Chi fosse quindi preoccupato che l’articolo che noi abbiamo pubblicato abbia ottenuto poco meno di 200 mila visualizzazioni e oltre un centinaio di commenti dovrebbe preoccuparsi che in lingua inglese si trovano 12 volte tante visualizzazioni e 500 volte più commenti e solamente in questo esempio. Chi voglia approfondire poi può seguire la dettagliata discussione del dott. Campbell seguita da migliaia di commenti, in gran parte di persone qualificate, che entrano nel merito tecnico e medico.
Se invece vogliamo vedere invece le critiche, Yahoo News, che non è una rivista scientifica ed è diretta da manager del software ex Google, si incarica di farlo qui. Se leggi Yahoo cita il Cdc del dott. Fauci e recita “Non siamo al corrente di evidenza riguardo ad un aumento dall’11% al 25% di malattie cardiache nei pazienti che ricevono i vaccini mRNA…” e una presa di posizione dell’AHA (Associazione dei cardiologi) che interrogata sullo studio risponde “Statements and conclusions are always solely those of the study authors and do not necessarily reflect the Association’s institutional policy or position” e cioè che, come è ovvio, questo studio è responsabilità dell’autore e non dell’Associazione dei cardiologi.
Per quanto riguarda poi Reuters, citato dagli amici del sito “dei fact checkers” che si dedica a noi, spiace che sia sfuggito che il Ceo di Reuters è nel Cda di Pfizer: sul sito di Pfizer lo si trova infatti tra i suoi directors. Senza contare ovviamente che Reuters è un sito di informazione economico finanziaria e non si capisce perché da quando c’è il virus si dedichi ad attaccare scienziati e medici che non concordano con i lockdown e vaccinazione indiscriminata. L’unica cosa a cui si appigliano gli amici di Butac è il fatto che l’autore dell’articolo promuove anche l’alimentazione sana su un suo sito tramite cui vende alcuni prodotti alimentari. Può essere però che, come cardiologo, abbia riscontrato che l’alimentazione è importante.
In termini di soldi, ipotizziamo che i miliardi che Pfizer, Merck e il resto delle multinazionali “pharma” spendono in promozione con migliaia di medici e ospedali siano più rilevanti della vendita online di qualche prodotto dietetico. Per chi non lo sapesse Pfizer ha pagato di recente 60 milioni di dollari in un processo intentatole per le mazzette che pagava a medici in Europa.
Passiamo ora al macigno che opprime i fedeli sostenitori di Pfizer e Moderna: i dati VAERS americani che indicano 19 mila morti e 24 mila invalidi post vaccinazione. In Usa vengono raccolti da 30 anni e in media tutti i vaccini dall’influenza a quelli dei bambini a quelli per malattie tropicali messi assieme riportano 150-200 morti massimo all’anno. Dopo 30 anni che in America usano questo sistema di rilevazione dati, arriva ora Butac a dire che è inaffidabile perché riporta 50 volte più decessi coi vaccini Covid. Occorre quindi informare le autorità sanitarie Usa che in Italia abbiamo scoperto che il loro sistema di segnalazione di morti e disabili post vaccinazione è sbagliato. Quest’anno però i vaccini Covid riportano 19 mila morti invece di 200 al massimo ogni anno ed è lo stesso sistema di reporting. Tutti gli altri anni sempre meno di 200 morti, quest’anno 19 mila morti. Se il sistema è lo stesso da 30 anni come mai ora 50 volte di più? Un complotto?
Passiamo al secondo macigno che opprime i sostenitori di Pfizer e Moderna ad oltranza. I dati di EuroMoMo, che abbiamo citato e che sono stati ripresi anche dal dott. Alberto Donzelli la settimana scorsa durante una audizione in Parlamento, mostrano 20 mila morti in più nel 2021 rispetto al 2020 in Europa sotto i 64 anni e quasi 3mila sotto i 44 anni. Qui spiace dirlo, ma i nostri amici del Butac non mettono link, si limitano a mentire e basta, contando sul fatto che i lettori non vadano a controllare (ma qui trovano i dati e qui vedono evidenziata la vaccinazione in Italia e la mortalità in eccesso del 2021 sotto i 44 anni).
Su Twitter quando abbiamo segnalato questi dati al Premio Nobel Mike Levitt, biologo computazionale a Stanford che elabora tutti i dati della Covid con il suo team, ha gentilmente risposto concordando che è un dato sorprendente che nel 2021 ci siano molti più morti adulti (sotto i 64 anni e sotto i 44 anni).
Che sia un dato vero lo sottolinea un Premio Nobel che ha pure risposto concordando sull’importanza di questo fatto. Nel 2021 ci sono più morti (in eccesso della media) tra la gente che lavora e in particolare tra la gente relativamente giovane, che di solito è sana. Con la vaccinazione hai meno decessi tra gli ottantenni, forse anche perché il “pool” di persone fragili si è ridotto, ma più morti giovani. Non sono fake news, sono dati che riporta anche un Premio Nobel che si dedica dal 2020 ai dati Covid Butac invece cita come fonte e conferma Reuters, noto sito di mercati finanziari il cui il Ceo è nel Cda di Pfizer.
Per finire, dato che rispondere in dettaglio ad articoli di questo livello non è molto gratificante, approfittiamo per aggiungere un altro dato abbastanza clamoroso che manda di solito in tilt i “fact checkers”. Lo stesso Mike Levitt, Premio Nobel a Sfanford che dal 2020 si dedica ai dati riguardo al Covid, ha appena pubblicato il calcolo esatto dell’aumento di mortalità per l’Italia nei 18 mesi della Covid. Levitt effettua un calcolo più preciso di quelli Istat o dell’Iss perché tiene conto, anche dell’invecchiamento che ogni anno in Italia aumenta la mortalità. Abbiamo evidenziato nella tabella i numeri dell’Italia, che Levitt calcola a 90 mila decessi in eccesso della media, in 18 mesi che esiste il Covid. Dato che dal marzo 2020 ad oggi i morti che ci si potevano attendere in base erano 1,169 mila, l’incremento di mortalità con la Covid è (90mila diviso 1,169mila) il 7.7%.
Non è quindi vero come tutti credono che i 136 mila “morti Covid” ufficiali abbiano fatto aumentare i morti totali di altrettanto. I morti totali sono aumentati di 90 mila (rispetto a quelli attesi in base alla media storica e all’invecchiamento della popolazione). La differenza di 46 mila decessi in meno nel totale probabilmente è costituita da decessi di ultraottantenni con tre o più patologie classificati “Covid” che statisticamente sarebbero nel 2020 e 2021 comunque rientrati tra i decessi per altre cause. Dato allora che totale dei morti è aumentato di 90 mila in un anno e mezzo, secondo le stime di Levitt l’effetto della Covid-19 in Italia è stato un aumento di mortalità del 7.7%.
È comunque molto? Nel 2015 ci fu un aumento di mortalità di 67 mila decessi che erano un +11% rispetto al 2014 ad esempio. L’effetto del Covid-19 nel 2020 e 2021 quindi è stato in percentuale inferiore a quello riscontrato nel 2015 (che non suscitò nessuna reazione). Un altro dato su cui riflettere. Butac si occupi di gioielli o, se preferisce, di tortelli, ma lasci perdere queste cose.