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Vade retro Satana: il Papa toglie lo stipendio alle famiglie no vax

La stretta del Vaticano: green pass obbligatorio per lavorare alla Santa Sede

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Dal “chi è senza peccato scagli la prima pietra” al pugno duro contro i no vax il passo è breve. E ieri, proprio alla vigilia del Natale in cui dovremmo essere tutti più buoni, il Vaticano ha emesso le nuove direttive per arginare la pandemia da coronavirus. Misure ferree, firmate dal segretario di Stato cardinal Pietro Parolin, e che mettono nel mirino chi non si è ancora immunizzato. I dipendenti no vax della Santa Sede, oltre a non potersi presentare al lavoro, vedranno togliersi dal Papa anche lo stipendio. Alla faccia della misericordia divina.

“Considerati il perdurare e l’aggravarsi dell’attuale situazione di emergenza sanitaria”, ha detto ieri Parolin, il Vaticano ha disposto l’obbligo di green pass “a tutto il personale (Superiori, Officiali e Ausiliari) dei Dicasteri, Organismi ed Uffici che compongono la Curia Romana e delle Istituzioni Collegate con la Santa Sede, e si estende ai collaboratori esterni e a coloro che a qualsiasi ulteriore titolo svolgano attività presso i medesimi Enti, al personale delle ditte esterne e a tutti i visitatori ed utenti”. Tradotto: o hai il green pass o non varchi le mura leonine.

Che poi Sua Santità richiede il super green pass, quindi quello da vaccinazione o guarigione. Niente tampone. E per chi lavora a contatto col pubblico, dal 31 gennaio dovrà addirittura avere oltre la prima e la seconda dose anche il booster, altrimenti nisba: a loro “sarà riconosciuta unicamente la documentazione comprovante l’adempimento vaccinale della somministrazione della dose di richiamo successiva al ciclo primario”.

E se non vuoi vaccinarti e non ottieni il green pass? Per chi è sprovvisto di lasciapassare sono previste le “pene dell’inferno”: “Il personale sprovvisto di valido green pass comprovante, esclusivamente, lo stato di avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 o la guarigione dal virus SARS- CoV-2 non potrà accedere al posto di lavoro e dovrà essere considerato assente ingiustificato, con la conseguente sospensione della retribuzione per la durata dell’assenza, fatte salve le ritenute previdenziali ed assistenziali, nonché l’assegno al nucleo familiare. Il protrarsi immotivato dell’assenza dal posto di lavoro avrà le conseguenze previste dal Regolamento Generale della Curia Romana”. C’è speranza per i peccatori. Un po’ meno per i no vax. “Padre perdonali perché non si vaccinano”.