Bello, il lavoro del politico o del Re di Spagna. Almeno fino a che non si presenta uno di quei casi in cui, quali che siano le oggettive responsabilità individuali, la gente sommersa dal fango e dal dolore non ti addita come responsabile unico del disastro.
Piove, governo ladro. Sintesi vecchia come il mondo, eppure mai così attuale.
Ieri Re Felipe, la Regina Letizia e Pedro Sanchez hanno avuto la pessima idea di visitare i luoghi del disastro insieme al governatore Mazòn. A un certo punto sono comparsi a Paiporta, cittadina alle porte di Valencia funestata da 72 morti. Un modo per stare vicino ai loro cittadini, nelle intenzioni di chi ha organizzato il tour. Una “passerella” per come è stata percepita dai cittadini. Hanno gridato “assassini”, “diteci il vero numero dei morti”, qualcuno ha lanciato palle di fango contro il Re, altri hanno semplicemente domandato “ma non vi vergognate?”, “andate via”. Re, premier e governatore hanno camminato protetti dalla sicurezza. Alcuni degli agenti sono rimasti feriti. Sull’auto di Sanchez si sono abbattuti calci e una mazza, fino a spaccare il vetro. Qualcuno l’ha colpito anche con un bastone. Quando la guardia del corpo del Re è stata costretta ad aprire l’ombrello per proteggere Felipe dal fango, si è palesata tutta la distanza visiva tra chi annaspa nella melma e chi dal palazzo reale è solo sceso per una visita. Errore madornale, dal punto di vista comunicativo.
Come in generale è stato un errore pensare che la semplice presenza delle istituzioni potesse servire a “portare conforto“. Troppo presto. A quello si penserà poi. Ora i cittadini hanno bisogno che chi comanda si rimbocchi le maniche e li aiuti a salvare il salvabile e, se possibile, a trovare qualche disperso ancora vivo. “Come osano fare questa macabra passerella tra i loro condannati?”. E cioè: cosa potevate fare prima? Cosa non state facendo adesso?
Giusta o ingiusta che sia la frustrazione contro i governanti, essere Re, premier o governatore ti espone all’obbligo di assumerti anche colpe che non sono direttamente tue. Almeno politicamente. E così alla fine Sanchez si rifugia in un centro presidiato dalla polizia. Mazòn inizia a parlare di dimissioni. Il Re e la Regina annullano la seconda tappa del tour.
Chi ha suggerito loro di presentarsi a Valencia ha sbagliato maldestramente i conti. Certo, scegliere cosa fare non era semplice: meglio esporsi al fango o alle accuse di essere rimasti, distanti e insensibili, nei palazzi di Madrid? È il dilemma del potente. Difficile valutare. Ma l’unica cosa da evitare era l’effetto passerella: vengo, protetto bene, mi sporco un po’ di fango e poi riparto. Cos’altro potevano aspettarsi dai superstiti, costretti per giorni a spalare da soli, se non pallate di melma?
Giuseppe De Lorenzo, 4 novembre 2024