Francesco Vaia l’aveva vista giusta già ai tempi dei vaccini ai bambini: in mezzo a una pandemia bisogna farsi guidare da scelte razionali, senza tifoserie di sorta, analizzando rischi e benefici di ogni decisione. Sul siero ai minori disse: “Se noi adulti sia vaccinati, se il personale scolastico è vaccinato, in questo momento non c’è l’esigenza di vaccinare i bambini”. Meglio aspettare il via libera di Ema e Aifa, ma soprattutto “dati sui risultati a lunga distanza”. Oggi il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma torna a ragionare sulla situazione attuale e chiede, giustamente, che venga fermato lo stillicidio quotidiano che il giornale unico del virus ci confezione ogni sera alle 18: la pubblicazione del bollettino dei contagi, ormai terribile appuntamento fisso serale.
Vaia al diavolo il bollettino: “Deprime e basta”
Il direttore dello Spallanzani chiede di fermare la pubblicazione quotidiana dei contagi: “Concentrarsi sulle ospedalizzazioni”
Salute
“Stop bollettino quotidiano dei positivi – scrive Vaia su Facebook – Così com’è ora il bollettino serve solo a disorientare ancora di più, a deprimere, a fuorviarci dalla centralità del problema”. Il ragionamento è semplice e chiaro. Il virus circola, è evidente. Anche i vaccinati rischiano di infettarsi e di trasmettere l’infezione. L’agognata “immunità di gregge”, prima fissata a quota 60% poi innalzata oltre il 90% della popolazione vaccinata, non la raggiungeremo mai. Dunque occorrerà iniziare a imparare a “convivere” con Sars-CoV-2, un po’ come facciamo con l’influenza stagionale. Magari bisognerà rivaccinarsi ogni anno, come sostiene lo stesso Vaia. Fatto sta che se a inizio epidemia “valutare” il numero di nuovi infetti poteva avere un senso, nella speranza di contenere l’infezione con zone rosse a gogo, oggi quell’obiettivo appare una chimera. Dunque fossilizzarsi su quanti nuovi positivi ci siano ogni sorgere del sole diventa completamente inutile.