Déjà-vu. Lo avete anche voi? Lo state vivendo? Ripensate a due anni fa: un virus sconosciuto che inizia a diffondersi, i giornali che iniziano a parlarne prima un poco poi si sbizzarriscono, le trasmissioni tv, la paura, “quali sono i sintomi”, “come curarla”, “serve il vaccino”. E poi ci sono loro, gli immancabili virologi, i volti che avevamo quasi dimenticato a causa della guerra in Ucraina e che pian piano si stanno già riprendendo il palcoscenico del dibattito nazionale. Ieri esperti di coronavirus, oggi di vaiolo delle scimmie. Virus diverso, stessa solfa: mettere in allerta gli italiani.
Arriva il vaiolo delle scimmie
Non sappiamo cosa succederà da qui a qualche mese. L’arrivo dell’estate aveva quasi convinto anche l’irriducibile governo Draghi-Speranza a eliminare quasi tutte le restrizioni, al netto dell’assurda ossessione di mantenere le mascherine a scuola, sugli aerei, in ospedale e sui mezzi pubblici. Qualcuno pregustava vacanze di normalità, stile Miami per intenderci. E invece… invece ecco che arriva l’occasione di seminare un altro po’ di ansia.
I casi in Europa
Il ministro della salute già predica accortezza. Le agenzie sono inondate di casi registrati qua e là per l’Europa: “in Spagna chiusa una sauna associata a un cluster”, “primo caso sospetto in Israele”, “tre contagi in Belgio al festival del fetish”, “tre casi in Italia, test a 30 contatti”. Sono otto i Paesi Ue colpiti, oltre a Australia, Canada e Usa. E poco importa se per ora, stando al direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia, non vi sono grossi rischi di sorta ma solo naturale monitoraggio. I pazienti stanno bene, gli antivirali esistono, abbiamo anche un vaccino (sebbene non più obbligatorio da tempo).
Il ritorno dei virologi
La macchina dell’allarmismo però è ormai partita. In sordina, per ora. Ma è nella natura delle cose. Rispuntano dall’oblio i virologi già rodati, i quali premettono sempre la locuzione “niente allarmi”, poi però spargono apprensione. Poca alla volta. Per Matteo Bassetti presto “saliremo a moltissimi casi nel mondo in pochi giorni”. Giorgio Gilestro, neurobiologo dell’Imperial College di Londra, spera di sbagliarsi (per carità) “ma questi numeri, questo ritmo di crescita sembrano incompatibili con l’assenza di trasmissione asintomatica”. Già si parla di varianti. Antonella Viola: “O è mutato il virus o è calata l’immunità collettiva”. Walter Ricciardi: “Nessuno si aspettava un’evoluzione così negativa del vaiolo delle scimmie, che conosciamo da tempo, ma che era stato un fenomeno limitato”. Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’università Statale di Milano: “Se i casi saranno più di 100, allora dovremo considerare più seriamente il problema”. Sempre Vaia: “Osserviamoci. Osserviamo la pelle, se ci dice qualche cosa. Se c’è qualche macchia. Ovviamente se c’è febbre, spossatezza”.
Bentornati in un clima che speravamo scomparso. Quanto tempo servirà primi che inizino a parlare di lockdown, restrizioni, mascherine, stato di emergenza e, viste le modalità di contagio del vaiolo, preservativi obbligatori e limitazioni all’attività sessuale?