Valditara ci scrive: “Tetto agli studenti stranieri? È attuabile”

Il ministro dell’Istruzione e del merito scrive a Nicolaporro.it in risposta alle critiche sulla sua proposta

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Ci scrive il ministro Giuseppe Valditara. E lo fa su un tema che da qualche giorno su questo nostro sito stiamo trattando ampiamente ospitando, come il credo liberale richiede, tutte le posizioni. Favorevoli o contrarie all’idea di porre un tetto al numero di bambini stranieri in ogni classe.

Il tema è noto. Dopo le polemiche sulla chiusura di una scuola a Pioltello per Ramadan, giustificata da molti con l’alta presenza di studenti stranieri o di fede musulmana nelle classi, il governo sta pensando di intervenire per evitare che un “problema reale” si ingigantisca e vada ad intaccare la qualità dell’apprendimento. Oggi sul nostro sito (leggi qui), Salvatore Di Bartolo si era mostrato critico rispetto ad una misura che ritiene “inattuabile” e “fuorviante”, ovvero l’idea di legare la formazione delle classi alla cittadinanza dei bambini anziché alle “effettive competenze linguistiche”. La replica del ministro Valditara non si è fatta attendere: “Caro Di Bartolo, si tranquillizzi – scrive il titolare dell’Istruzione – la proposta sui ‘tetti’ agli studenti stranieri nelle classi, che stiamo studiando, e non da settimana scorsa, sarà attuabilissima e ovviamente farà le opportune distinzioni. La incompetenza la lasciamo a chi nega la drammaticità del problema e a chi non è disposto a trovare soluzioni efficaci”.

Ieri sera su Rete4, il ministro aveva spiegato ancor più dettagliatamente il suo progetto per risolvere un tema che, ricordiamolo, era già stato stato posto “dal ministro Berlinguer, controfirmato dal presidente Ciampi e riproposto dal ministro Gelmini”. “Si tratta di un problema reale e non propagandistico – spiegava Valditara – e lo dimostra il fatto che diverse maggioranze e ministri di colore politico opposto erano intervenuti su questo tema”. Basta leggere alcuni dati: la dispersione scolastica, certificata dall’Istat, “è oltre il 30% per gli stranieri mentre per gli italiani è del 9,8%”. Se poi guardiamo alla conoscenza dell’italiano, “è del 22% in meno per gli studenti stranieri rispetto a uno studente italiano”. Senza dimenticare che “nelle scuole di periferia delle grandi città del Nord – faceva notare il ministro – abbiamo un rendimento medio inferiore alla media regionale, a causa di una mancata integrazione linguistica degli studenti stranieri”.

Insomma: “Se vogliamo il bene di questi ragazzi dobbiamo fare qualcosa, per includerli dobbiamo potenziare l’insegnamento dell’italiano e della matematica con corsi specifici ed evitare che ci siano classi in cui la maggioranza dei ragazzi non conosce una parola di italiano. L’obiettivo è quello dell’integrazione, altrimenti si creano dei ghetti, i ghetti sono quelli dove i ragazzi non sanno parlare l’italiano”.

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