Certo, a starli a sentire, ma in fondo non ci credono nemmeno loro, essere antisionisti non vuol dire essere antisemiti e poi, lo dicono sempre ma non è vero, hanno un amico ebreo. Anzi, no, meglio, il nonno, lo zio, la mamma e tutta la famiglia allargata, durante il periodo del fascismo hanno nascosto degli ebrei da qualche parte. Generalmente in cantina. Quando chiedi i nomi non se li ricordano mai, devono chiedere al nonno, allo zio, alla mamma e a tutta la famiglia allargata e poi ti faranno sapere, e poi non ti fanno sapere mai.
Guai a dire loro che sono antisemiti perché loro amano gli ebrei, soprattutto quelli morti, sopportano quelli vivi basta che stiano al loro posto, ma siccome sono antisionisti odiano il governo israeliano di centrodestra guidato da Netanyahu. Badate bene però, in passato gli stessi soggetti i loro nonni le loro mamme e tutta la famiglia allargata, hanno odiato anche i governi israeliani di sinistra a guida Ben Gurion, Golda Meir, Yitzhak Rabin e Shimon Peres solo per citarne qualcuno. Erano di sinistra ma sempre israeliani, per cui sionisti. Questa loro caratteristica li metteva al di fuori della purezza che solo la vera sinistra europea può avere.
E non venitemi a dire che per gli ultimi due non è vero perché di scritte Rabin Boia e Peres Boia, per anni, sono stati imbrattati molti muri delle principali città italiane.
Che poi gli ultimi due siano diventati i beniamini dopo la firma degli accordi di Oslo, accordi che hanno restituito la verginità a quel terrorista di Arafat, è successo in un secondo momento. Perché ricordo tutto questo? È semplice. Proprio oggi, primo giorno della settimana della cultura ebraica, i locali dell’associazione Chenàbura di Cagliari sono stati vandalizzati con vernice rossa che ricorda le macchie di sangue. Si dice che la mamma dell’imbecille sia sempre incinta, anche in Sardegna a quanto pare, e se volessimo parlare di sangue bisognerebbe cominciare proprio da quello versato dai terroristi di Hamas il 7 ottobre del 2023 e spiegare a chi non vuole capire che se non ci fosse stato quel pogrom non ci sarebbe stata una guerra e, di conseguenza, molta gente sarebbe ancora viva.
Spiegare e far capire questo semplice concetto ai figli delle mamme di cui sopra, quelli che tra l’altro stanno organizzando un evento per commemorare il massacro di civili israeliani e farlo passare come lotta di resistenza, è oggettivamente una missione impossibile. Non ci riuscirebbe neanche Ethan Hunt. La cultura ebraica, quella che ha fortemente contribuito allo sviluppo dell’umanità intera in tutti i campi, basta guardare la lista dei vincitori dei premi Nobel per capire quanto la mente ebraica abbia contribuito alla modernizzazione del mondo, ogni anno, per una settimana, racconta se stessa. E cosa fanno gli antisionisti non antisemiti? Vandalizzano con la vernice rossa la sede di un’associazione che ha come unico scopo la divulgazione della storia e della cultura ebraica in terra sarda.
Questa mattina alle 08:30, all’apertura della Sede in Castello Mario Carboni, presidente dell’associazione Chenàbura di Cagliari si è ritrovato davanti a uno spettacolo tanto stupido quanto misero, e la prima immagine che hanno visto i numerosi visitatori e i relatori nel programma è stata quella di un atto di violento antisemitismo compiuto in un luogo che è anche punto di riferimento, studio e preghiera degli ebrei cagliaritani e della Sardegna. Il presidente Mario Carboni ha subito avvisato la Polizia di Stato e provveduto a predisporre la continuazione del programma denunciando questo inaccettabile atto di antisemitismo e auspicando che i responsabili siano assicurati alla Giustizia e severamente puniti.
Michael Sfaradi, 15 settembre 2024
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