Il mondo al contrario

Vannacci, e ti pareva: spunta l’accusa di filoputinismo

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vannacci putin

E ti pareva se i russi non dovevano spuntare pure dietro il libro del generale Vannacci. In principio fu la presunta manina di Francesco Storace e Gianni Alemanno. Poi l’altro giorno l’ipotesi era che si stessero muovendo le forze armate, forse pure il Copasir, per analizzare motivi e moventi della discussa opera letteraria del generale di divisione da poco silurato dall’Istituto geografico militare di Firenze. E ora da più parti si fa strada l’ipotesi che dietro tutto questo “Ambaradan” ci sia dell’altro, ovvero una certa simpatia per la Russia che il soldato avrebbe sviluppato durante i suoi soggiorni a Mosca presso l’ambasciata italiana.

Bruno Vespa, giornalista sempre informato, nei giorni scorsi si era chiesto per quale motivo “un uomo col curriculum di Vannacci”, comandante in diverse missioni e capo della Folgore, fosse finito in un Istituto di prestigio, certo, ma senza ruoli operativi da mimetica e scarpone. “La ragione – scriveva Vespa – sta nelle posizioni estremamente favorevoli a Putin maturate nel periodo in cui è stato addetto militare a Mosca dal febbraio 2021. Incarico delicatissimo anche perché è coinciso con l’aggressione all’Ucraina un anno dopo. È stata questa posizione a bruciare la brillantissima carriera di Vannacci: una nazione Nato esposta come la nostra in favore dell’Ucraina non può avere a un alto livello militare ambiguità di questo genere”. La pensa più o meno così anche Fabrizio Cicchitto, secondo cui Vannacci “non è uno sprovveduto” e quindi ci vede “una mano, un disegno” di Putin per “destabilizzare le liberldemocrazie”.

Vero? Falso? Esagerato? Nel libro. Vannacci parla certo della Russia. Ne decanta i “bellissimi parchi” e le mamme che portano a spasso i pargoli senza la paura di essere abusate. Fa notare come Mosca sia una città sicura, vivibile, pulita e soprattutto senza immigrazione clandestina. Approva la certezza della pena contro ladri, malviventi e stupratori. Ma non sconfina mai in giudizi meramente politici, cosa che gli sarebbe preclusa pure dal ruolo. Al Corriere, negando di essere “filorusso”, ricorda di essere stato “cacciato” da Putin e Lavrov poco dopo l’invasione dell’Ucraina proprio come tanti altri diplomatici.

Intanto, benché il diretto interessato “per ora” abbia declinato ogni invito, oltre a Gianni Alemanno l’invito a candidarsi è arrivato pure dalla Lega. Ieri sera Andrea Crippa, vicesegretario del Carroccio, lo ha detto chiaro e tondo: “Vannacci? Le porte della Lega sono spalancate per lui”. Secondo Bruno Vespa, però, “già prima dell’uscita del libro, Vannacci puntava a una candidatura alle elezioni europee. Gli sarebbe piaciuto presentarsi con Fratelli d’Italia”. Adesso si vedrà.

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