Omofobia, sessismo, razzismo. Sono tutti epiteti che, in questi ultimi giorni, sono stati scagliati contro il generale Roberto Vannacci, autore del tanto discusso libro Il Mondo al Contrario, e Andrea Giambruno, giornalista nonché compagno della premier Giorgia Meloni, al centro delle polemiche per le sue dichiarazioni relativamente allo stupro di Palermo.
Per riassumere brevemente, sia da destra che da sinistra, il militare è stato criminalizzato per la presenza di presunte frasi discriminatorie contro gli omosessuali. Dall’altra parte, invece, Giambruno ha affermato, durante una trasmissione televisiva: “Uno magari dice a sua figlia: ‘Guarda, non salire in macchina con uno sconosciuto. Perché è verissimo che tu non debba essere violentata perché è una cosa abominevole. Però se eviti di salire in macchina con uno sconosciuto, magari non incorri in quel pericolo’. […] Forse dovremmo smetterla di far passare questo messaggio ed essere un po’ più protettivi, nel lessico e nel linguaggio”. Il tutto ha fatto sollevare un polverone.
Il caso Giambruno
Ma le novità non tardano ad arrivare. Se i media hanno presentato un’Italia scandalizzata dalle parole dei due, ecco che il nuovo sondaggio di Tecné – commissionato dalla Verità – mostra una realtà totalmente differente. Al quesito “Le parole di Andrea Giambruno possono aver dato l’idea di voler colpevolizzare in qualche modo le vittime di stupro o attenuare la responsabilità degli autori della violenza?”, solo il 19 per cento degli interpellati ha risposto “sicuramente sì”, una percentuale che scende al 14 per cento se si fa riferimento solo ai nuclei familiari in cui è presente una ragazza adolescente. Segue poi un 25 per cento di “probabilmente sì”. Ed infine un complessivo 50 per cento ha risposto “probabilmente no” (31 per cento) e “sicuramente no” (19 per cento). Un altro dato cruciale: se nel complesso, il 19 per cento degli intervistati ha risposto con “sicuramente no”; per quanto riguarda le famiglie con una ragazza adolescente, il dato cresce addirittura al 32 per cento, quasi il doppio.
Per approfondire:
- Caso Vannacci, il generale vedrà Crosetto
- Ha ragione Giambruno
- “Se non ti ubriachi…”. Che ha detto Giambruno di così scandaloso?
Il caso Vannacci
Il sondaggio si è poi spostato sulla vicenda Vannacci. Solo per il 7 per cento degli intervistati, le parole del generale “violano la Costituzione”, affiancati da un 47 per cento che si schiera a difesa della libertà di espressione del militare, contro un 40 per cento più favorevole alla “mordacchia”. Il rimanente 13 per cento “non sa”.
Solo per il 15 per cento degli interpellati, invece, le parole di Vannacci possono essere considerate un incitamento all’odio, affiancato da un 27 per cento di “probabilmente sì”. Dall’altro lato, però, sono ben il 44 per cento degli italiani a ritenere che il libro del generale non sia fonte di incitamento discriminatorio, accanto al 14 per cento di “non sa”. Infine, il dato più importante: sono ben il 52 per cento degli intervistati ad essere convinta che, in virtù dei casi Giambruno e Vannacci, vi sia un “problema di libertà di espressione nel nostro Paese”, contro il restante 48 per cento.