Variante Omicron, un’altra clava per la religione del vaccino

Arriva l’ennesima variante utile al giornale unico del virus per far scattare l’allarme

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Alcuni giorni addietro la psichiatra romana Martina D’Orazio, che da una decina d’anni lavora in un dei più prestigiosi ospedali svedesi, in collegamento da Stoccolma con i giornalisti di Radio Radio ha descritto, con tanto di immagini, un Paese senza restrizioni che da molto tempo ha smesso di occuparsi del Covid-19. In particolare la nostra connazionale ha dichiarato: “Ci sono studi internazionali che dimostrano che le pandemie finiscono quando i media smettono di parlarne e cala il sipario. Qui in Svezia l’hanno presa in modo molto tranquillo, è una situazione con la quale convivere fin dall’inizio. Tutto questo perché non è stato coltivato il catastrofismo. Se qui avessero  cominciato con la grancassa mediatica, come sta accadendo in Italia da quasi due anni, il terrore e la paura di massa avrebbero attecchito anche qui”. Parole molto sagge e ragionevoli che, tuttavia,  di fronte al muro di gomma della nostra informazione, schierata sulla linea delle restrizioni con la compattezza di una falange greca, sono destinate a non sortire alcun effetto.

Tant’è che non appena è giunta voce dell’arrivo dell’ennesima variante, la sudafricana Omicron, si è scatenato il tam tam del terrore di massa. In questo senso ha immediatamente preso posizione la professoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica del Sacco di Milano, la quale ha definito “da incoscienti comunicare che si tratta di una variante pericolosissima e super contagiosa perché, al momento, non ne conosciamo le caratteristiche”.

Ma ciò, come dimostra la grande preoccupazione espressa in diretta venerdì mattina da Myrta Merlino, conduttrice su La7 de L’Aria Che Tira, non è servito a nulla. Così, ahinoi, si è espressa la popolare giornalista partenopea: “Stiamo qui a fare una battaglia tra no vax e si vax, green pass rafforzato e green pass indebolito e nel frattempo capitano cose che davvero invece ci mettono molto in allarme. Speranza ha chiuso le frontiere. Il governo ha deciso sùbito di partire su questo tema (la variante sudafricana)”. Poi, ha proseguito con una “dotta” disquisizione di ordine costituzionale, citando l’ultima conferenza stampa del presidente del Consiglio: “Draghi ci ha assicurato, bontà sua, un Natale tranquillo a noi vaccinati. Egli ha detto che spera che i no vax rientrino in società. Su tale aspetto si è aperto un dibattito molto, molto infuocato. Io non ho capito bene tutta questa indignazione. Vaccinatevi e stiamo tutti insieme serenamente. Io la vedo così, sono una donna molto terra terra, come è noto”.

Tanto terra terra, cara Merlino, che i diritti costituzionali di coloro i quali, per le più disparate e legittime motivazioni, non intendono sottostare al ricatto del governo lei, al pari di  tanti altri suoi colleghi,  se li mette letteralmente sotto i piedi.

Quindi, per riassumere, arriva l’ennesima variante, di cui allo stato non conosciamo un bel nulla o giù di lì, ma questo è sufficiente agli esponenti più in vista del giornale unico del virus per far scattare l’allarme, utilizzandolo ancora una volta come una clava per costringere il 100% della popolazione a vaccinarsi.

Per costoro non esistono strade alternative alla profilassi dei vaccini, né un preventivo corretto stile di vita per rinforzare il sistema immunitario e né cure adeguate, così come sostiene da tempo l’illustre oncologo Mariano Bizzarri, direttore del laboratorio di Biologia dei Sistemi presso il dipartimento di Medicina sperimentale alla Sapienza di Roma.

L’impressione è che ci stiamo avvitando in una spirale comunicativa che non lascia scampo al pensiero critico, necessario tanto per il progresso democratico che per quello medico scientifico,  in cui ad un virus sempre più sovradimensionato sul piano delle conseguenze reali che genera, viene contrapposto un vaccino, fondamentale  soprattutto per la componente più fragile della società, che diventa efficace solo ed esclusivamente se tutti, ma proprio tutti, infanti compresi,  lo assumano senza limiti nei successivi richiami.

Io credo che su questa strada non andiamo proprio da nessuna parte.

Claudio Romiti, 28 novembre 2021

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