Cultura, tv e spettacoli

Vasco Rossi, da “Liberi liberi” alla censura - Seconda parte

Era il libertario per eccellenza. Ora pretende le biografie con autorizzazione ufficiale… Com’è cambiato Vasco!

Ma, come ha scritto Gertrude Stein nel libro Picasso (in Italia per Adelphi) l’artista spagnolo le ripeteva sempre che “tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”. È il caso di Vasco Rossi: ormai più che i “sold out” cerca il “tutto venduto”. Perché da Siamo solo noi è trapassato ormai da anni a “Siamo solo io”. Lui dichiara sempre di non essere stato “un cattivo maestro e nemmeno un maestro”. E su questo non c’è dubbio visto che usa sempre i due puntini al posto che tre, ma di certo in una decina di sue canzoni ha elogiato la droga per non parlare in moltissimi concerti dal vivo e tante interviste (trovate tutto on line).

Peccato per quest’uomo trasformato da rockstar in impiegato dello scontrino. Non si rende conto del pericolo di queste sue dichiarazioni illiberali ma pensa solo al conto. Speriamo che tra qualche tempo non chieda anche i soldi della “Legge Bacchelli”, la pensione per gli artisti. Ma non ci giureremmo. Accidenti, mi viene un dubbio: sono libero di scrivere questo articolo? Mi sa che dovevamo chiedere. Che qualcuno del suo staff ci mandi il green pass per scrivere sotto dittatura.

Gian Paolo Serino, 10 dicembre 2021

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