Scusate se, giunto al fin della licenza, pongo una domanda alla Bertoldo: ma che votiamo a fare? Campagna elettorale al calor bianco, se in questo sito liberale pubblico una recensione culturale, ci sono lettori che sbuffano perché ho derogato dal Di Maio-Letta-Meloni-Salvini-Renzi-Calenda. A me però viene in mente il verso di Battiato, il famoso cantautore del boh: «Quante stupide galline che si azzuffano per niente».
Sì, perché proprio i frequentatori di questo sito dovrebbero sapere come andrà a finire. Ok, il centrodestra vincerà (salvo saponette sotto al piede last minute). E poi? Ricordate Salvini ministro degli Interni? Due rinvii a giudizio. Due! L’ha sfangata? Buon per lui, ma la famosa immunità parlamentare serviva proprio ad evitare che un politico fosse costretto a perdere tempo prezioso in cause. L’avversario si azzoppa anche intralciandolo. Ebbene, immaginate che cosa succederà a un governo di centrodestra. Proprio chi qui mi legge dovrebbe sapere bene quale è stato il calvario di Berlusconi: li ebbe tutti addosso, interni ed esterni. Merkel, Sarkozy, spread, mercati, poteri forti, finanza internazionale, Soros, giornali, media mondiali, nani&ballerine. Perfino Veronica Ciccone, in arte (si fa per dire) Madonna, venne a cantare in Italia con un video in cui tra i grandi cattivi della storia ci aveva messo il Cavaliere, sicura di strappare l’applauso di tutti color-che-contano qui e in the world.
La nostra magistratura è stata riportata all’imparzialità? No. I direttori di testata sono tornati al giornalismo puro? No. La Rai è tornata al pluralismo? No. E allora, ripeto, che votiamo a fare? Il parlamento europeo ha fatto una standing ovation in sostegno al Gay Pride vietato dalla Serbia. Ed è da mò che condanna Polonia e Ungheria per gli stessi motivi, cui si aggiunge l’aborto che in Polonia è crollato del 92% da quando il governo ha vietato quello eugenetico (il che la dice tutta).
Orban viene portato a esempio di bestia nera malgrado sia stato votato da praticamente tutti gli ungheresi. I polacchi, romantici come al solito (di loro si ricorda l’eroica carica di cavalleria contro i panzer tedeschi), per odio storico contro i russi mandano armi, uomini, soldi a Zelensky, e hanno accolto mezza Ucraina quantunque non possano permetterselo economicamente. A loro, però, zero Pnrr: non sono democratici perché non consentono l’aborto a go-go e non esaltano i Gay Pride. Orban, meno romantico è più furbo, piglia il gas da Putin e non dovrà cuocere il gulash senza fuoco. Aspettiamo Madonna, nani&ballerine esibire la sua faccia coi baffetti alla Hitler.
Ma guardiamoci, noi italiani: è una settimana che stiamo incollati ai funerali della regina, e chissenefrega del Britannia. I peggiori nemici del nostro benessere stanno nella City e a Wall Street, ma chi lo dice è un complottista antiamericano.
Berlusconi, reo di voler difendere le ragioni del suo Paese, dovette piegarsi a far la guerra a Gheddafi, che era come tagliarsi le gambe da soli. Per dire. Ebbene, la Meloni, se vincerà lei, lo sa bene; infatti prima della campagna era andata a farsi dare la benedizione dai conservatives americani. Da qui il suo sostegno a una guerra ucraina i cui perdenti siamo noi, come sa bene. Non aveva altra scelta: chi vuol comandare in Italia deve chiedere il permesso agli americani. Ma appena si azzarderà a (cercare di) fare gli interessi nazionali, si scatenerà il solito inferno.
Da qui la reiterata domanda: ma che votiamo a fare? Badate non è un invito all’astensione (che è ciò che vogliono i nostri avversari: comandare senza l’intralcio di elezioni), perché votare serve almeno a contarci e far sapere all’avversario da che parte sta il popolo. Ma prepariamoci a far scorte di valium.
Rino Cammilleri, 21 settembre 2022