Appunti sudamericani

Venezuela, gli strani rapporti tra Maduro e Biden

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Maduro chiede a Biden la fine di tutte le sanzioni e la liberazione di Alex Saab

Dopo la firma dell’accordo “sociale” in cambio dell’estensione delle attività della compagnia petrolifera Chevron in Venezuela, le delegazioni del regime e della Piattaforma “Unitaria” (c’è solo la sinistra) dell’opposizione si apprestano a proseguire i colloqui con l’agenda politica, che è la parte più difficile, con la mediazione della onnipresente Norvegia. Il mediatore norvegese Dag Nylander ha letto l’accordo firmato dall’italiana Camilla Fabri, moglie di Alex Saab: “Al fine di affrontare i bisogni più urgenti, si è convenuto di chiedere alle Nazioni Unite di sostenere l’attuazione del quadro programmatico, compresa la progettazione e l’istituzione di un fondo fiduciario unico, che sarà chiamato ‘fondo per l’assistenza sociale del popolo venezuelano'”.

Le risorse appartenenti allo Stato venezuelano congelate nel sistema finanziario internazionale, alle quali ora Maduro può accedere sono pari a 3 miliardi di dollari di fondi e ora saranno “gestite dalle Nazioni Unite”. Al suo ritorno a Caracas, Jorge Rodriguez ha dichiarato che Maduro sta chiedendo la revoca di più di 750 sanzioni contro il regime, che ha mandati di cattura per traffico di droga, riciclaggio e mandati di arresto contro lo stesso Maduro e alti membri del suo governo. Rodríguez ha avvertito che se l’opposizione vuole “elezioni libere e democratiche, tutte le persecuzioni contro i leader chavisti devono cessare”, compreso Alex Saab, il prestanome di Maduro in carcere a Miami, evitando di menzionare i 300 prigionieri politici.

L’accordo con Maduro scatena la società civile venezuelana

Il grido di “vittoria popolare!” con cui la rivoluzione bolivariana ha accolto la firma a Città del Messico del Secondo Accordo Parziale per la Protezione Sociale del Popolo Venezuelano si è contrapposto alle reazioni della società civile, assai critica. “Al Chavismo non importa cedere su alcuni aspetti che per loro sono irrilevanti, come le questioni umanitarie, perché questo non influisce sul loro progetto, che è la perpetuità al potere, mentre influisce sull’opposizione, che finisce per rinunciare a quel poco che ha in cambio di promesse che il potere può poi disattendere, come ha sempre fatto. Non si può dimenticare che il 100% degli orrori che esistono e sono esistiti in 20 anni sono stati un disegno politico di chi è al potere”, ha spiegato ieri il politologo Walter Molina. “Queste illusioni dell’opposizione e della comunità internazionale si spera non vengano contraddette dalla dura realtà del gioco che fa il governo. La richiesta di elezioni libere è un concetto che non è disposto ad accettare, perché le elezioni libere sono elezioni competitive. Il governo farà come nel 2018, quando ha anticipato le elezioni a maggio dopo aver messo fuori legge la Mesa de la Unidad, in modo che l’opposizione, se avesse voluto partecipare, non avrebbe potuto farlo”, ha dichiarato a La Nacion Luis Salamanca, ex rettore del Consiglio Nazionale Elettorale.

María Corina Machado: Cosa può venire fuori da un tavolo di estorsioni?

La leader dell’opposizione di centro destra ha criticato i risultati del dialogo tra il regime di Maduro e l’opposizione di sinistra in Messico. «Cosa può venire fuori da un Tavolo di ‘Trattativa’, che di fatto è stato un tavolo delle estorsioni? Un bel gruzzolo per ciascuno dei rappresentanti, Onu compreso. Chi rappresenta i venezuelani lì? Nessuno. Cosa ottengono le persone qui? Niente.”, ha scritto María Corina Machado su Twitter. L’accordo ha ricevuto il sostegno dell’Unione Europea, degli Stati Uniti, del Canada, della Spagna, del Vaticano e delle Nazioni Unite. Si tratta di 3 miliardi di dollari di risorse statali congelate dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

Paolo Manzo, 29 novembre 2022

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