Venezuela, il silenzio sulle elezioni fake

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Il Venezuela avrà “elezioni presidenziali fake” e i giornali dovrebbero cominciare a scriverlo

Ore dopo che il dittatore venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato le sue elezioni presidenziali il prossimo 28 luglio era già chiaro che aveva già vinto la sua battaglia di propaganda: la maggior parte dei media e molti capi di stato hanno subito accettato di riferirsi alla sua farsa elettorale come ad “elezioni.”

Non solo le dittature di Cuba, Venezuela e Nicaragua, e i governi alleati di Maduro, ovvero Brasile, Colombia e Messico, hanno usato la parola “elezioni” ma anche le agenzie di stampa più rispettate come Associated Press, Reuters e i principali giornali e reti televisive del mondo come anche funzionari statunitensi ed europei.
Peccato solo che:
1. Maduro abbia bandito tutti i principali candidati dell’opposizione. María Corina Machado, la candidata che ha vinto con uno schiacciante 90% le elezioni primarie dell’opposizione in ottobre, è stata squalificata dal regime dal candidarsi a qualsiasi carica pubblica.

2. I leader dell’opposizione non sono liberi di fare campagna liberamente nel paese. Machado non può viaggiare in aereo all’interno del Venezuela, perché il regime ha ordinato alle compagnie aeree di non permettergli di imbarcarsi su alcun volo.

3. Maduro non permette la libertà di stampa. Machado non ha potuto essere intervistata nemmeno una volta su nessuna rete televisiva venezuelana.

4. L’improvviso annuncio di Maduro che le elezioni si terranno il 28 luglio ha lasciato all’opposizione poco tempo per organizzarsi.

5. Il Consiglio elettorale nazionale di cinque membri del Venezuela è controllato da Maduro e non agisce come un tribunale elettorale indipendente.

Nessuno che si vanta di sostenere la democrazia, specialmente giornalisti e capi di stato, dovrebbe chiamare il voto organizzato dalla dittatura venezuelana “elezione.”

Paolo Manzo, 10 marzo 2024


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