Il bello, o forse il brutto, è che gli “errori” di sincronia sull’inspirazione misurati nei test sono una cosa. Ma quando poi sotto la macchina in ventilazione non invasiva ci finisce un paziente vero, allora le differenze aumentano. E anche i problemi. “Risulta evidente e statisticamente significativa – si legge nella relazione – una differenza di performance tra questi ventilatori e gli altri, testati in tutte le modalità analizzate. Tali differenze possono avere gravi ripercussioni cliniche nell’impiego di tali macchine su malati critici”.