Politica

Ventotene, sorpresona di Cacciari: Lilli Gruber resta di stucco

Solito processo anti-Meloni ad Otto e Mezzo. Ma la conduttrice stavolta viene smentita dal suo ospite

massimo cacciari e lilli gruber sul manifesto di Ventotene
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Venerdì scorso, Lilli Gruber, conduttrice di Otto e Mezzo su La7, aveva messo in piedi il suo consueto processo serale ai danni di Giorgia Meloni, ma è rimasta letteralmente folgorata dal bruciante intervento di Massimo Cacciari, che l’ha lasciata letteralmente senza fiato.

Interpellando il filosofo veneziano su uno dei principali feticci ideologici dell’opposizione di sinistra, gli chiede: “Ma perché la Meloni ha cercato di demolire il Manifesto di Ventotene, che operazione politico-culturale è?”

Cacciari resta per qualche secondo in silenzio, manifestando un evidente fastidio per la domanda, dopodiché parte letteralmente lancia in resta: “Ma io credo che regni un grande casino sotto il cielo. Demolire… (esprimendo un evidente dissenso nei riguardi della Gruber, ndr). È evidente che il Manifesto di Ventotene – spiega – non a nulla a che fare (si interrompe)…, sarebbe stato ridicolo se la Meloni lo avesse difeso. Un manifesto – colpisce duro l’ex sindaco di Venezia – che dice che occorre lavorare per la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in Stati nazionali sovrani, e che ogni forma di forma di nazionalismo dà dell’idolatrico, l’idolo dello Stato nazione, che cosa volete che dica la Meloni, che è d’accordo? Ma di cosa vanno in cerca questi oppositori della Meloni?” (cosa che francamente moltissimi osservatori scevri da tifoserie si chiedono sin dalla nascita dell’attuale governo).

A questo punto la Gruber, completamente spiazzata dall’intemerata di Cacciari – uomo che non ha peli sulla lingua, così come abbiamo efficacemente sperimentato durante l’epoca liberticida del Covid -, cerca malamente di trovare qualche punto d’incontro con il filosofo, con l’unico risultato di accrescere la sua irritazione.

“Ma avete letto il Manifesto di Ventotene? – aggiunge Cacciari – Avete letto cosa dice della proprietà privata Spinelli? La proprietà privata va limitata, va corretta, va estesa soltanto caso per caso; essa non deve riguardare i monopoli che svolgono sevizi pubblici generali”.

Infine, Cacciari ha aggiunto alcuni elementi che gli acritici sostenitori dello stesso Manifesto, che viene sventolato sulle piazze organizzate dalla sinistra come una sorta di libretto rosso di Mao, continuano a lasciare in ombra. Tra questi il fatto non di poco conto secondo il quale lo stesso Spinelli in seguito sconfessò in gran parte ciò che aveva scritto nel lontano 1941, e il suo totale distacco proprio da quell’area politica – all’epoca rappresentata da comunisti e socialisti – i cui attuali eredi ne stanno facendo una sorta di padre spirituale della loro un po’ sospetta vocazione europeista.

Tanto di cappello, dunque, a Massimo Cacciari, un personaggio che appartiene alla cultura politica di una sinistra assolutamente presentabile e che, ahinoi, sembra francamente in via di estinzione.

Claudio Romiti, 24 marzo 2025

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