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Verità e Politica (Hannah Arendt)

Hannah Arendt nel 1961 scrisse un reportage sul New Yorker relativo al processo al criminale nazista Adolf Eichmann che fece molto discutere. La Arendt infatti sottolineò come l’ideatore del piano di sterminio nazista in realtà fosse una persona «normale». Si trattava, anche per la scrittrice filosofa, di un pugno nello stomaco; un cazzotto che la portò a teorizzare la «banalità del male»: alla base del più terrificante episodio di genocidio del Novecento ci poteva essere non tanto la diabolica scelta del male, ma la drammatica superficialità, il totale distacco dalla realtà.

La Arendt aveva scandalizzato su un terreno che all’epoca, per lei, per la sua cerchia, ma per chiunque non fosse un reduce nazista, era intoccabile. Per questo anni dopo dovette scrivere un saggio, Verità e Politica, per poter rispondere a questa accusa che a lei, intellettuale senza vincoli, sembrava del tutto ingiusta. Quale è il rapporto tra verità e politica, e in fondo cosa è la verità. In tempi di neoilluminismo sono favolose queste considerazioni: «La verità contiene un elemento di coercizione… affermazioni del tipo “i tre angoli di un triangolo sono uguali a due angoli di un quadrato”, “la Terra ruota intorno al Sole”, “è meglio subire il male che fare il male”, “nell’agosto 1914 la Germania ha invaso il Belgio”, sono molto differenti riguardo al modo in cui si è giunti ad esse ma, una volta percepite come vere e dichiarate tali, esse hanno in comune il fatto di essere al di là dell’accordo, della discussione, dell’opinione o del consenso.

Per chi le accetta, e se non vengono cambiate dal numero, grande o piccolo che sia, di coloro che accolgono la stessa proposizione, la persuasione o la discussione sono inutili, perché il contenuto dell’affermazione non è di natura persuasiva ma coercitiva. In altri termini la verità di fatto non è più evidente dell’opinione e ciò potrebbe essere tra le ragioni per cui coloro che hanno delle opinioni trovano relativamente facile screditare la verità di fatto come se fosse soltanto un’altra opinione». In questo relativamente complicato ragionamento (si ricordi sempre da quale polemica partiva) si possono inserire tante polemiche dei giorni nostri. La verità sul Covid e le opinioni sulle sue soluzioni.

La necessità di avvalorare una verità con dei numeri, o la sua perfetta inutilità, poiché ogni verità di fatto (ogni ricostruzione) può infine essere derubricata ad una opinione. Non si tratta di un relativismo culturale. Nessuno lo discute. Si tratta di una cornice che dobbiamo sempre considerare quando guardiamo alle più accese polemiche sui rapporti tra verità e politica, il cui svolgersi è spesso controverso.

Nicola Porro, Il Giornale 19 settembre 2021

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